Al via con le eccezioni preliminari e l’ammissione delle prove il processo ai danni di tre persone accusate di concorso in frode in pubblica fornitura. Si tratta di un presidente di una cooperativa sociale e di due tecnici comunali, un capo settore ed un funzionario. Questi ultimi sono accusati anche di abuso d’ufficio. Il collegio difensivo composto dagli avvocati Antonio Dipasquale, Michele Sbezzi e Guglielmo Barone già davanti al giudice delle udienze preliminari aveva chiesto il proscioglimento dei tre indagati mentre il pubblico ministero Claudia Maone ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio. Le indagini sono state effettuate dalla Guardia di Finanza che al termine ha inviato una corposa informativa al procuratore Carmelo Petralia che ha chiesto il processo davanti al Tribunale collegiale (presidente Salvatore Barracca, a latere Andrea Reale ed Ivano Infarinato). Dopo le prime schermaglie i lavori sono stati aggiornati al 22 ottobre quando il processo dovrebbe entrare nel vivo con l’esame dei primi testimoni citati dalla Procura. Sotto la lente di ingradimento, tra l’altro, c’è la determina dirigenziale dell’8 settembre 2006 con cui si aurorizzava la Coop sociale ad assumere un puliziere ed un cavafosse in contrasto con quanto previsto dal capitolato d’appalto sui servizi cimiteriali. La difesa, sostiene, invece, che la pianta organica era flessibile in base alle esigenze. L’abuso d’ufficio sarebbe scattato con determine con si affidava alla cooperativa, di volta in volta, la manutenzione dell’impianto elettrico votivo dei cimiteri in violazione dei regolamenti comunale, per un totale di oltre 10 mila euro.