La Guardia di finanza di Ragusa, su delega del procuratore della Repubblica di Ragusa Carmelo Petralia, ha effettuato una indagine sulla costruzione del porto di Marina di Ragusa. Nell’ambito dell’inchiesta è stato costatato che le società costruttrici hanno applicato un’aliquota Iva sugli acquisti inferiore a quella dovuta per un totale di 8 milioni di euro di Iva evasa. L’indagine condotta dai finanzieri era finalizzata ad appurare le regolarità di tutte le operazioni poste in essere controllando attraverso rilievi incrociati anche gli acquisti realizzati dalle aziende appaltanti. In sostanza la Compagnia di Ragusa voleva verificare l’effettività degli investimenti privati nel project financing del porto di Marina. Nel contesto è emerso anche che il Responsabile unico del procedimento, M.S., si è reso responsabile della violazione articolo 328 del codice penale (rifiuto di atti di ufficio) per avere omesso di effettuare la rescissione del contratto con la ditta appaltatrice dei lavori, che è risultata inadempiente ad alcune clausole contrattuali previste nel capitolato speciale d’appalto. In particolare è stato costatato l’utilizzo di materiale per la costruzione non corrispondente a quello contrattualmente previsto sia nella quantità che nella qualità e sono state riscontrate difformità nella realizzazione di alcune opere rispetto all’elaborato progettuale. L’attività condotta dalla compagnia della Guardia di finanza di Ragusa rientra tra i compiti di Polizia economica del Corpo ed è tesa ad evidenziare e a tutelare i fenomeni finanziari con un approccio multidisciplinare.