STOP AI LAVORI DI DRAGAGGIO DEL PORTO DI MARINA
Ci ha messo una settimana il sindaco Dipasquale a scegliere cosa fare delle spiagge di Marina di Ragusa dopo che la capitaneria di porto aveva reiterato l’ordine di recintare l’area interessata al dragaggio della sabbia, e finalmente si è deciso: i lavori cesseranno e la balneazione sarà consentita. Nello Dipasquale con il conforto del vicesindaco Cosentini (che nonostante la delega ai lavori pubblici è apparso in conferenza stampa totalmente disorientato tanto da chiedere ai tecnici tempi e modi dell’operazione) e dell’ingegnere Bosco della Tecnis ha comunicato che da domani al 10 settembre il dragaggio dei fondali del costruendo porto sarà sospeso. Era ora. Finalmente il sindaco di fronte alla legge, in questo caso l’ordinanza della Capitaneria, ha capito che con la salute e la incolumità delle persone non si scherza. La politica dei due forni sino ad oggi attuata e consistente nel permettere la balneazione negli stessi luoghi in cui sussiste un cantiere si è rivelata rischiosa dopo l’incidente occorso ad un bimbo qualche settimana addietro lungo la battigia in espansione della Mancina. La scelta di sospendere i lavori è stata, com’è abitudine ormai, spacciata come lo splendido regalo ai ragusani che ora potranno prendere il bagno in tranquillità grazie alla bontà della Tecnis che ha saputo (e qui sta la notizia) di potere allungare i tempi per la rendicontazione e il conseguente ottenimento dei soldini europei. E fu così che dietro il trionfale annuncio viene a galla il pasticcio. Come si può tenere la cittadinanza appesa alla possibilità di un rischio sol perchè una ditta privata ha l’urgenza di finire entro ottobre una parte dei lavori per fini di bilancio interno? Putroppo è ciò che è successo. Abbiamo a Ragusa un sindaco che privilegia la sinergia con la Tecnis rispetto all’obbligo di osservare le norme. Applicare le regole imposte dalla capitaneria sarebbe stato confliggente sia con l’esigenza di propaganda che intimava una convivenza senza intoppi tra balneazione e cantiere al fine di incoronare il sindaco come il principe della “Ragusa grande di nuovo”, sia con la sudditanza obbligata del comune verso la Tecnis che può, se infastidita, con un semplice ritardo nella consegna dei lavori distruggere l’immagine fattiva di Nello Dipasquale. Trovare una soluzione in questo intrigo è stato difficile perchè è la Tecnis e non la comunità la parte da trattare con i guanti gialli. Si dice persino che la Tecnis qualora i finanziamenti europei fossero saltati per il “capriccio” di una chiusura si sarebbe rivalsa sul Comune. La lite con la ditta che sta realizzando il sogno del porto, Nello Dipasquale non se la può permettere anche se i ragazzini ingoiano fango. Ecco il motivo per cui si è continuato a pompare sabbia ed acqua in mezzo ai bagnanti, perchè il signor Nello Dipasquale temeva che la Tecnis si arrabbiasse. Così siamo ridotti noi ragusani. La nostra vita quotidiana, persino il piacere di prendere il bagno a Marina, deve soggiacere alle intese complicate tra politica e affari. Martedì in conferenza stampa nessun accenno palese all’incidente del bimbo che ha fatto alzare il deretano ai nostri amministratori dopo che per mesi avevano “interpretato” male ciò che imponeva la Capitaneria ossia una recinzione invalicabile della zona dei lavori. A domanda, però, di un nostro cronista su come mai la recinzione fosse spuntata solo il giorno appresso alla vicenda del bimbo che ha rischiato di morire asfissiato, la risposta è stata: la recinzione c’era e poi l’ordinanza era interpretabile. Neanche di fronte all’evidenza ammettono la negligenza, ed anzi mentono. Tutti sappiamo che non vi era recinzione alcuna e tutti abbiamo visto che la rete è stata posizionata la sera dell’incidente. Ma il top della loro sicumera è emerso alla seconda domanda: Era trasparente la recinzione? Di botto il sindaco si è innervosito e si è dato alle interviste sfoggiando pantaloncini color albicocca matura che fanno tanto felice estate, quella che egli augura ai ragusani raccomandando di stare attenti alle voci calunniose che girano. Ne ha raccontata una, di queste voci. Una signora lo ha fermato chiedendogli se era vera la imminente costruzione di una moschea a Marina. “Vedete quante stupidaggini girano!”. E’ vero nessuno ha mai parlato di moschee e si sa che anche gli elettori che fermano per strada i loro beniamini possono dire idiozie, ma il tentativo di depistare e confondere la realtà immettendo sul campo qualche fandonia può essere utile ad allontanare l’attenzione dal dato essenziale: il nostro sindaco sulla questione del porto si sta giocando l’anima perchè la “grande Ragusa” che non spunta può essere sostituita con il grande porto. Un gioco di prestigio. I lavori a questo punto si allungheranno di qualche mese, eventualità che si è rifuggita come la peste e che ora purtroppo è arrivata. Sul fronte interno del Palazzo da registrare un’altra occasione di tensione nella maggioranza scattata sempre per questo benedetto porto. Il consigliere Filippo Angelica aveva convocato martedì la commissione ambiente per trattare delle varie problematiche inerenti l’opera pubblica. Erano stati invitati i tecnici, ossia il responsabile comunale ingegnere Scarpulla, e gli assessori Cosentini e Migliorisi. Non ci sono neanche andati. A domanda di un cronista sul perchè di questa assenza il sindaco (e con Cosentini presente ma in stato di incoscienza forse per il caldo che incide sulla sua robusta e rispettabile mole) ha esclamato: “Ed io che ne so? Io risolvevo il problema e poi bastava una telefonata di Angelica e gli avrei spiegato come stavano le cose”. Basta e avanza per dare il via alla riunione di maggioranza che inizierà nel pomeriggio. Nello Dipasquale la democrazia la esplica via telefono. D’altronde non può smentire la sua fama di reggicellulare del guardasigilli Alfano. L’incontro con la stampa è terminato con un felice augurio ai ragusani da parte di Nello Dipasquale. Buon bagno a tutti! Poco prima, però, aveva accusato i suoi concittadini di essere stati riguardo i lavori del porto “poco tolleranti”. Il manovratore era stato disturbato. Da troppi, è vero. Da bimbi che soffocano nella sabbia, dalla capitaneria che pretende sicurezza ed ordine, dai bagnanti che si interrogano sulla innocua schiuma, dai consiglieri che chiedono spiegazioni. Meno male che Cosentini, in tutto questo trambusto, dormicchiava serenamente.