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09/07/2013 -

Zootecnia/

ZOOTECNIA AL COLLASSO

fiera zootecnicaUna crisi gravissima che tende ad assumere carattere strutturale con l’intero sistema agricolo ragusano che non ha più prospettive certe per il futuro. Il rischio che migliaia di piccole aziende agricole rimangano definitivamente fuori dal mercato è concreto ed è tale da tracciare un’incontenibile decadenza dell’intero settore primario. “La zootecnia è al capolinea – spiega il presidente di Ragusa Latte, Giovanni Schembari – tra l’indifferenza generale della classe politica e delle organizzazioni di categoria. Ci sono difficoltà oggettive legate al prezzo regionale del latte e ai pagamenti delle industrie di trasformazione. L’articolo 62 doveva tutelare i produttori e le cooperative con pagamento entro 30 giorni. Ma anche le grandi industrie stanno attraversando un periodo buio per la carenza di liquidità”. Il mercato del latte segna un trend in crescita specie sui prodotti freschi e sulle cagliate. “Nonostante i timidi segnali di ripresa – aggiunge Schembari – il prezzo del latte resta ancorato a 38 centesimi e 50 al litro con costi di produzione esorbitanti che superano, e di molto, i 41 centesimi. Le principali cause che portano queste aziende alla dismissione possono sintetizzarsi nella difficoltà all’accesso al credito, nell’assenza di politiche specifiche di sostegno, nella drammatica caduta dei prezzi alla produzione, non più remunerativi neanche per coprire i costi di produzione, e nella subalternità alla grande distribuzione. “Il nostro invito è rivolto al governo della regione – continua il presidente di Ragusa Latte – affinchè ci sia un reale cambiamento. Putroppo, in questi mesi, abbiamo registrato facili proclami di iniziative o progetti sul latte fresco. Chiediamo di istituire un tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti iniziando dalle cooperative ai singoli produttori”. Un dato allarmante solo il numero esorbitante di vacche in lattazione portate al macello. Per la carenza di liquidità i produttori ricorrono a misure estreme. “Si recuperano 500 euro a capo – conclude il presidente della Coop ragusana, Ragusa Latte ma si distrugge il futuro della zootecnia. Gli allevatori non hanno denaro, e la cooperativa che vive dagli incassi delle industrie non può anticipare le spettanze”.

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