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11/07/2013 -

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PD RAGUSA, PER RICOMINCIARE SERVONO LE DIMISSIONI DI CALABRESE

pdNon hanno convinto per niente le giustificazuini striminzite basate all’obbedienza al “quadro regionale” su cui si è arroccato il segretario cittadino del Partito Democratico di Ragusa, Peppe Calabrese. Il rinnovamento reale passa solo dalle dimissioni di coloro che hanno accettato l’alleanza con Cosentini, e così molti dirigenti del partito (Accardi, D’Asta, Massari, Dragonetti, Piruzza, Anfuso, Del Stabile, Francone, Brugaletta, Seminara) insistono sulla necessità di un’analisi vera e profonda di quel che è accaduto che conduce inevitabilmente ad una coerente dimissione del segretario. Scrivono i dieci: “Abbiamo valutato insieme ai consiglieri comunali D’Asta e Massari, il dibattito del coordinamento del partito democratico di sabato scorso. Tale dibattito, se da una parte è stato utile per ribadire le ragioni che hanno indotto alcune componenti del Pd di Ragusa ad opporsi legittimamente alla alleanza con Cosentini, dall’altra si è mostrato del tutto insufficiente alla comprensione del significato reale del risultato elettorale e soprattutto inadeguato a dare il via ad un reale processo di cambiamento che il Pd di Ragusa deve mettere in atto per evitare il rischio dell’irrilevanza politica in città. Per questo motivo – scrivono tutti coloro, dall’area Renzi, all’area cattolica del Pd, che dissentono dalla linea Calabrese – riteniamo necessario ribadire che il risultato elettorale del Pd di Ragusa è stato catastrofico non tanto per lista che, pur marcando un’ulteriore riduzione degli elettori, ha tenuto, grazie alla capacità attrattiva dei singoli candidati, come attesta l’altissimo tasso del voto di preferenza, quanto piuttosto come fallimento complessivo della credibilità della proposta politica, programmatica e di alleanza di governo messa in atto dalla maggioranza del partito, come dimostra il fatto che al secondo turno il 70% degli elettori ha votato Piccitto. Questa totale distonia tra il partito e la città non è stata evidenziata né stigmatizzata nella relazione del segretario Calabrese, – scrivono le “correnti” D’Asta e Massari – nè sono stati espressi orientamenti, propositi, ipotesi di lavoro tesi ad affrontare questa gravissima crisi. Come non è stata data adeguata considerazione e giusta valutazione politica all’articolato documento che quattro membri della segreteria hanno presentato per motivare le proprie dimissioni, documento di cui non è stata data lettura sebbene fosse indirizzato proprio al Coordinamento cittadino. Siamo convinti – scrivono D’Asta, Massari e tanti altri dirigenti del Pd ragusano che non si riconoscono nella segreteria Calabrese – che il risultato delle ultime amministrative segni una svolta nella cultura politica ragusana, ma ancor di più imponga una nuova fase nella vita del Pd ragusano, ed il superamento della proposta politica ed organizzativa di chi ha guidato il Pd in questi ultimi tre anni. Il ritorno al futuro del partito democratico passa attraverso il ritorno alle origini, a quel partito capace di essere casa accogliente e luogo di dialogo e di sintesi tra culture e sensibilità diverse; un partito grande – scrivono D’Asta, Massari e gli altri dirigenti Pd in contrasto con la linea di Calabrese – ma aperto alle istanze dei movimenti e delle associazioni, perché sappiamo che i partiti sono i protagonisti della democrazia, ma non sono gli unici. La comprensione corretta del dibattito del coordinamento e del messaggio di cambiamento proveniente dalla città pensiamo non possano non spingere il segretario Calabrese a rassegnare le sue dimissioni”.

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