A Palazzo dell’Aquila ci riprovano. Targhettine celebrative col nome di chi ha concesso il contributo per il restauro di beni artistici della città. Questa volta, però, la convenzione non prevede un obbligo, ma una facoltà. Ne sono state preparate alcune per la concessione di contributi, con i fondi della legge su Ibla, alla Chiesa di San Giovanni, al Museo Diocesano, a Palazzo Garofalo (di proprietà della Cattedrale) e alla chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, forse meglio conosciuta come chiesa dell’Archi. Nella convenzione si legge: “Tra le parti viene convenuto che è in facoltà del parroco apporre una targhetta con sopra impresso restauro a cura del Comune di Ragusa, nell’anno 2011, sindaco Nello Dipasquale, con i fondi della L.R. 61/81”. Nemmeno la ritrosia di qualche sacerdote, che ha detto già a suo tempo no a quel tipo di intervento, e, neppure, il buonsenso hanno fatto cambiare rotta in Comune. Passi l’indicazione sui fondi pubblici per il restauro del bene, ma metterci anche il nome del sindaco come fosse una tabella celebrativa! Non basta già l’anno, così i più attenti ricorderanno che c’era Nello Dipasquale alla guida della città in quel periodo? Dall’obbligo alla facoltà di apporle. Ma non sarà che poi, come a scuola, spunti la lavagna coi nomi dei parroci “buoni” e di quelli “cattivi”?
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