“La vita è un dono di Dio, è una possibilità che ci viene donata. Nessuno, per alcun motivo, può arrogarsi il diritto di togliere la vita agli altri. La vita non ce la siamo dati noi. E’ un dono così grande davanti al quale dobbiamo fermarci, perchè ci sia un rispetto enorme per la vita”. L’appello del parroco della chiesa del Preziosissimo Sangue, don Roberto Asta, nell’omelia del funerale di Salvatore Di Grandi, il sessantaseienne ucciso nella tarda serata di venerdì in via Rumor. In carcere il presunto killer, Giovanni Caruso, 36 anni, e Alfredo Scatà, 47 anni. Alla base del gesto ci sarebbe stato un vecchio “affronto”, covato con rancore per anni. La celebrazione dell’esequie si è tenuta venerdì mattina nella chiesa della parte alta della città, alla presenza di parenti ed amici della vittima. Il sacerdote ha puntato la sua attenzione, nell’omelia, sul valore della vita e sull’importanza di cercare Dio. “Ci rendiamo conto – ha detto – che la vita che noi facciamo ha bisogno di un di più, di qualcosa che le dia senso. Qualcosa che aggiunga pienezza. A Dio consegniamo la nostra vita, lui è padrone della nostra vita. Noi abbiamo in questa terra la libertà di potere fare tutte le esperienze che arricchiscono questa nostra vita, abbiamo possibilità di scegliere le persone con cui camminare, con cui accompagnarci. E’ importante riflettere, e lo dico in primo luogo a me stesso, essere responsabili delle nostre scelte. E’ importante compiere scelte che non danneggino, ma che invece promuovano la pace, la serenità, il bene, la giustizia. Questo è importante perchè la vita che viviamo quaggiù è anticamera della vita vissuta nell’eternità. Il nostro paradiso e il nostro infermo cominciano qui, a seconda delle scelte che facciamo”. Tra i tanti mazzi di fiori, anche quello dell’anziana madre.
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