Il Castello di Donnafugata di Ragusa è stato protagonista a Roma della mostra itinerante “Le case della memoria italiane e ungheresi: una risorsa condivisa per la cultura”, curata, per l’Italia, dall’Associazione Nazionale Case Museo della Memoria. La mostra, dopo Firenze, è giunta nella capitale dove sarà ospitata, all’interno del Museo Pietro Canonica, a Villa Borghese, fino al prossimo 8 dicembre. L’iniziativa è frutto di un progetto internazionale di collaborazione tra l’Associazione Case Museo della memoria, il “Museo Letterario Petofi” di Budapest e il Coordinamento delle “Case Memoriali Letterarie Ungheresi” in occasione dell’anno dei rapporti culturali Italia – Ungheria. “Ci stiamo adoperando – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Case Museo Adriano Rigoli – insieme al referente dell’Associazione in Sicilia, l’arch. Giuseppe Nuccio Iacono, per far si che la mostra possa essere ospitata anche al Castello di Donnafugata che, tra l’altro, attualmente è l’unica dimora storica che fa parte della nostra rete. Il nostro obiettivo è partire da Ragusa per avviare anche in Sicilia la costituzione di una rete siciliana che alla stregua delle altre regioni italiane possa contribuire a promuovere la nostra identità”. L’arch. Giuseppe Nuccio Iacono ha fatto sapere di aver già preso i primi contatti con l’Amministrazione comunale per far si che la mostra possa arrivare a Ragusa per la prossima primavera. “Il nostro compito – ha aggiunto la signora Pina Bartolini curatrice della Casa Museo Sigfrido Bartolini di Pistoia – è quello di porre in essere tutte le iniziative possibili per promuovere queste realtà. Le case Museo non sono luoghi gelidi e freddi. In esse il visitatore rivive il pensiero di chi vi abitò, si perde tra i suoi archivi e le biblioteche, respira la sua vita. In Sicilia, nel ragusano poi, esistono delle realtà importanti che andrebbero a valorizzare, attraverso la cultura, tutto il territorio. Perché non bisogna dimenticare lo stretto legame tra i personaggi illustri e i loro territori di riferimento che spesso sono stati fonte di ispirazione”.