Gli uomini della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Ragusa, avevano intensificato le indagini sulla cattura del latitante Giovanni Arangio Mazza, vittoriese di 59 anni. L’uomo alla fine si è costituito. Il 59enne era ricercato dal 19 dicembre 2013, giorno in cui gli uomini della Polizia di Stato, alle 4 del mattino, si erano presentati in casa ed in ogni altro luogo dove si potesse trovare. Il padre era stato subito arrestato, mentre lui si è reso irreperibile fino a martedì mattina quando (probabilmente perché sapeva di avere “le ore contate”) si è costituito presso il carcere di Ragusa. Deve scontare la pena residua di 15 anni di carcere. L’ordine di carcerazione è stato emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Catania, nei confronti di Giombattista Arangio Mazza e del figlio Giovanni, in esecuzione alla sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catania in quanto ritenuti mandanti dell’omicidio di Salvatore Incardona. La sentenza è divenuta definitiva dopo il loro ricorso in Cassazione. I fatti risalgono al lontano 1992: i due sono accusati di essere i mandanti dell’omicidio di Salvatore Incardona, che aveva sposato la sorella di Giovanni Arangio Mazza. Le indagini furono assai lunghe. La svolta dodici anni dopo, nel 2005, grazie a due collaboratori di giustizia, uno dei quali si era auto accusato dell’omicidio Incardona. L’esecutore materiale dell’omicidio riferì che aveva acquistato un’auto dagli Arangio Mazza e, siccome non riusciva a pagare le rate, i due gli offrirono la possibilità di estinguere parte del debito per “gambizzare” il marito della loro congiunta. Alla fine, però, si decise per una soluzione più cruenta, con l’eliminazione dell’Incardona.
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