Dimissioni immediate del governo regionale. “La classe politica ha disatteso gli impegni con gli elettori. Non ultimo gli scandali alla regione, con spese ingiustificate, che hanno screditato il parlamento regionale. Una presa d’atto di una situazione, oramai, senza vie d’uscita. Il movimento dei forconi, con l’ala oltranzista che fa capo a Martino Morsello, lancia la disobbedienza civile”. Così Mario Coco, forcone ibleo, che aggiunge: “E’ una crociata pacifica contro la “casta” rea di aver creato un sistema di potere che ha ignorato le richieste d’aiuto del mondo produttivo. Le imprese chiudono – spiega il leader ragusano del movimento, Mario Coco – Le famiglie sono in grosse difficoltà e i politici di turno sperperano il denaro pubblico in spese folli. Se a questo aggiungiamo la totale inefficienza di politiche attive del lavoro, di sgravi fiscali sulle aziende che producono, siamo di fronte ad uno scenario drammatico”. Il movimento dei forconi parla dello abbattimento delle accise sui carburanti che incidono, e di molto, sulle aziende. “Un euro al litro sono le tasse sui carburanti – aggiunge Coco -una enormità che non è giustificata in alcun modo dalla situazione economica in confronto con i prezzi sui carburanti nei paesi dell’unione europea”. Tra le richieste che il movimento avanza alla classe politica siciliana, l’approvazione del progetto di legge di iniziativa popolare per l’istituzione della moneta siciliana, il “Grano”, e il blocco di tutte le procedure esecutive per impedire la messa all’asta dei beni sequestrati per fallimento. “La classe politica non è più rappresentativa – tuona il leader ragusano dei Forconi Mario Coco – hanno fallito nel loro obiettivo e le dimissioni immediate sono l’unica vera alternativa. Tanti imprenditori si sono tolti la vita per la crisi e la vendita all’asta dei loro beni”. Martino Morsello, leader dell’ala oltranzista del movimento, va avanti: “A causa della crisi che stritola la Sicilia, noi agricoltori e artigiani chiediamo ai politici di applicare la legge 25 art.32 del 2011 per il blocco delle procedure esecutive, che il governo regionale non ha mai messo in campo, e il disegno di legge sulla moneta siciliana”.