“Fa molto male subire ingiurie senza avere alcun torto. Si tratta di condanne preventive, pregiudiziali. Non credo sia buona cosa rimanere in silenzio e, per questo motivo, ritengo che alcune precisazioni potranno servire. Ritengo, infatti, che le invenzioni o le accuse generiche, formulate solo per scandalismo, potranno essere evitate ed eventualmente rettificate”. Così si è espresso l’on. Innocenzo Leontini, ex capogruppo del Pdl al Parlamento siciliano, durante la conferenza stampa che ha tenuto mercoledì mattina per chiarire la propria posizione in merito alle indagini sulle cosiddette spese pazze dei gruppi parlamentari dell’Assemblea Regionale Siciliana. “Io non sono accusato di aver utilizzato un solo euro del contributo al Gruppo Parlamentare per miei interessi o per utilità personali. – ha dichiarato Leontini – Della spesa contestatami, circa il 94% riguarda stipendi e spettanze varie al personale dipendente dell’Ufficio del Gruppo Popolo della Libertà. Ecco perché qualcuno ha scritto che Leontini è il capofila della spesa abusiva: presiedevo il Gruppo parlamentare che nella prima fase di quella legislatura è stato il più grande nella storia dell’Ars, per numero di deputati e di dipendenti. In seguito alla separazione di alcuni deputati che hanno dato vita al Gruppo di Grande Sud, ha detto Leontini – quello del Pdl è diventato il secondo gruppo più grande per numero di deputati (da 34 a 18), mantenendo però, all’incirca, lo stesso numero di lavoratori. Quindi, è naturale che risulti il capofila – ha continuato Leontini – essendo così ampia la spesa contestata per i dipendenti. Non so immaginare come avrei potuto fare diversamente giacché si è trattato di personale che ho integralmente ereditato dai miei predecessori. Non ne ho mai toccato né lo status giuridico né quello economico. Da questa spesa derivano gli 800mila euro circa di cui, senza questa precisazione, molti hanno parlato. Ritengo di aver operato bene. Peraltro le buste paga di ogni tipo erano preparate dal consulente economico del Gruppo. Mio compito era quello di firmare – ha detto InnocenzoLeontini – l’erogazione della somma necessaria. L’altro 6% della spesa che mi viene contestata ammonta a 75mila euro in 54 mesi, cioè in quattro anni e mezzo. Si tratta di 1.388 euro al mese per finalità inerenti la rappresentanza, il funzionamento e l’organizzazione del Gruppo parlamentare. Di questa somma fanno parte: le spese legali di una causa vinta dal Gruppo (15mila euro); i necrologi (8.304 euro); la somma di 10.560 euro è servita per pagare l’affitto di locali per lo svolgimento di convegni, pranzi o cene effettuati da tutto il Gruppo per motivi di lavoro, politico-parlamentari o istituzionali, 10mila euro per l’acquisto di oggetti da riservare a nome di tutto il gruppo, in determinate occasioni, natalizie, pasquali o celebrative di ricorrenze, ad autorità civili, religiose o a rappresentanti di enti. Infine, il ricorso a bar esterni, incidente nella misura di 492 euro per 54 mesi (in media 20 centesimi al giorno per deputato) veniva da me saldato cumulativamente, – dice Leontini – per conti mensili o più lunghi. Alla fine del mio mandato ho lasciato nelle casse del gruppo 194mila euro. Questo è tutto, non ritengo di aver commesso alcun abuso. – ha concluso Leontini – Certo i tempi cambiano. Se di questo cambiamento fa parte l’improvvisa ed esemplare punibilità di condotte fino al giorno prima considerate legittime, non so opporre altra resistenza se non quella di documentare con tutte le mie forze la correttezza del mio operato”.