Il centro storico di Ragusa pullula di case d’appuntamenti. Gli agenti della Squadra Mobile della Polizia di Stato, infatti, lunedì sera hanno apposto i sigilli in un’altra casa a luci rosse, non lontano da quella recentemente scoperta (e chiusa) in via Solferino. Nella casa di prostituzione di corso Italia lavoravano prostitute residenti in altre città. A gestire il “bordello”, due commercianti coniugi brasiliani, G.D.S. di 37 anni e B.D.S. di 35 anni, e un corriere ragusano, L.M., di 33 anni. I tre avevano creato un giro d’affari elevato. Il corriere si occupava di procurare gli immobili, contattando i proprietari dei palazzi o delle case sfitte. Ed era il ragusano che contattava, tramite siti internet specializzati, le squillo, offrendo loro la locazione settimanale di alcove, fra le quali, appunto, le stanze da letto dell’immobile di corso Italia. Il costo pattuito per una stanza da letto con bagno, nel palazzo di corso Italia era di 300 euro a settimana. Quando la polizia ha eseguito il blitz nel’immobile a luci rosse, tutti e cinque gli appartamenti (situati sui tre livelli del palazzo) erano occupati da prostitute: due brasiliane, una ecuadoriana e un transessuale brasiliano trovato in compagnia di un cliente vittoriese. Gli uomini e le donne che si prostituivano avevano un’età compresa fra i 35 e i 45 anni e il guadagno giornaliero procurato dall’attività di meretricio si aggirava intorno alle 1500 euro. Per ogni prestazione si guadagnava dalle 50 alle 150 euro. I coniugi brasiliani facevano anche i “mediatori”, offrendo assistenza linguistica ai loro connazionali. Inoltre, marito e moglie avevano le chiavi di ogni appartamento e andavano a riscuotere settimanalmente il canone anticipato: il tutto veniva annotato su un taccuino che è stato sequestrato dalla Polizia. Il ragusano aveva fornito un nome di fantasia al proprietario dell’immobile col quale aveva stipulato un contratto di locazione in nero. Aveva anche dato il nome del suo ex datore di lavoro (ignaro di tutto) per attivare vari contratti di fornitura di energia elettrica, in quanto era in possesso di una copia della carta d’identità: per questo reato è stato anche denunciato per falso e sostituzione di persona.