All’interno del Festival di Cinema e Poesia “Versi di luce”, in programma dal 21 al 23 marzo a Modica, l’evento tanto atteso che invaderà Modica in una “tre giorni” intensa di iniziative culturali e artistiche, spicca un appuntamento straordinario ed eccezionale: la mostra, esposta al Foyer del Teatro Garibaldi, “La magnifica visione: Kaos, la Sicilia dei f.lli Taviani”, composta da quadri raffiguranti foto di scena originali del film storico, girato nel nostro territorio. Il rapporto tra i Taviani e la Sicilia è un rapporto antico, fruttuoso e appagante per entrambi i componenti questo fortunato binomio. Per l’isola è un caso raro, perché i rapporti di questa parte della nazione con la cinematografia, da sempre sono stati conflittuali e controversi. Per i fratelli registi l’isola ha rappresentato il cinema nella sua quintessenza, perché – come ha scritto Gesualdo Bufalino – questa terra è una terra “naturalmente” cinematografica. Una terra che si concede generosa, prorompente davanti alla macchina da presa con i suoi paesaggi sterminati, la sua gente incredibilmente teatrale, la sua storia, la sua letteratura, le sue tradizioni, le sue contraddizioni. I Taviani con Kaos raccontano la campagna siciliana e le condizioni di vita del mondo contadino tra Otto e Novecento. La campagna iblea – set del film – caratterizzata dal fitto reticolato di candidi muretti a secco, diventa, complice Pirandello, la campagna siciliana tout-court, paradigma universale della civiltà contadina. E i temi congeniali al primo periodo dello scrittore agrigentino, quello delle Novelle per un anno, si ritrovano tutti in Kaos: la terra, la grande madre; la fatica, la miseria, il dolore; l’arsura delle zolle e della gente; la malattia, la superstizione; e non ultime, le ferite della storia. In più il paesaggio che, con le sue sconfinate aperture, ne enfatizza i temi. La campagna iblea nuda e arsa si carica di incantamenti, di sortilegi, di terrori antichissimi, di una tensione lirica persino dolorosa, che la fanno dominare: protagonista assoluta. “Siamo riusciti a comprendere questa terra, – dicono i Taviani – che per noi conserva una grande carica mitica”. In questi trent’anni di vita del film le assidue interrelazioni tra romanzo e film hanno fatto diventare Kaos dei Taviani un esempio classico di trasposizione cinematografica di un’opera letteraria sullo schermo. La mostra curata da Sebastiano Gesù costituisce un appuntamento memorabile per rivivere l’emozione di un linguaggio visivo che scuote le menti per la raffinatezza del mezzo usato e che mira diritto al cuore, sia di chi in Sicilia ci vive e sia di chi passa, anche in veste di viaggiatore momentaneo. La mostra sarà inaugurata alle 19.