“Non voterò il Disegno di legge sull’abolizione province che tra qualche giorno sarà all’esame della Camera. Sono contrario a questa riforma, peraltro legiferata con un provvedimento confuso e approssimativo, che di fatto non porta nessun risparmio; è solo un altro spot che inneggia alla spending review, oggi molto di moda, ma che di fatto non semplifica, né sburocratizza e come detto non taglia i costi. Sarebbe stato più corretto lavorare su una riforma che rafforzava gli enti, ne rivedeva le competenze pensando a dimezzare il numero degli eletti e della giunta e delle loro indennità. Questo sarebbe stato senz’altro – dice il deputato Nino Minardo – un segnale concreto di tagli alla spesa pubblica senza togliere ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti locali. Oppure avrebbe avuto più senso parlare dell’abolizione delle province passando le loro attuali competenze ai comuni. La legge che approderà alla Camera invece è una finta abolizione delle province, l’unica cosa abolita è la possibilità di avere rappresentanti eletti dal popolo che saranno sostituiti da altri nominati, aumenteranno costi e confusione istituzionale nei territori. Pressappoco come accaduto all’Assemblea Regionale Siciliana – dice Nino Minardo – dove è stata approvata una legge che ha abolito nove enti locali creandone oltre venti, che affida ad un’altra legge le norme relative alle competenze e alla strutturazione vera e propria dei liberi consorzi di comuni, dando origine ad incertezze e poca concretezza”- conclude il deputato del Nuovo Centro Destra Nino Minardo.