La Polizia ha tratto in arresto Ibrahim Ahmed di 19 anni, Saad Hameda di 53 anni, Neema Mouhamed Selim di 23 anni, Ibrahim Abo Scahin di 18 anni e Omar Hameda di 21 anni e denunciato due minori di 14 e 17 anni, per illecito ingresso nel territorio italiano di più di 274 migranti siriani ed egiziani. Alle ore 19.25 del 25 aprile, nell’ambito dell’operazione denominata “Mare Nostrum”, la nave Aliseo della Marina Militare Italiana avvistava un natante di circa 15 metri carico di passeggeri. Le operazioni di soccorso si sono concluse in nottata con il recupero di tutti i 281 soggetti presenti sull’imbarcazione, di cui 167 uomini (90 minori), 38 donne e 76 bambini, compresi anche neonati. La nave militare lasciava alla deriva il natante clandestino e giungeva nel porto di Pozzallo alle ore 15.00 del 26 aprile. Dalle risultanze investigative è emerso che il viaggio verso le coste italiane era stato organizzato sia da cittadini libici che egiziani ed il ruolo predominante era quello della famiglia Hameda che, aiutata da altri tre soggetti, ha potuto speculare sulla vita dei migranti, operazione che se non fossero stati arrestati avrebbe fruttato loro centinaia di miglia di euro. Il comandante del peschereccio, unitamente al figlio più grande, era già stato in Italia ed aveva avuto problemi di varia natura con la legge italiana, circostanza che lo ha indotto a dire agli altri arrestati: “non vi preoccupate tanto in Italia non c’è legge e non si paga nulla. Io in Italia ho commesso di tutto e solo una volta sono andato a finire in carcere rimanendovi per pochi giorni, poi mi hanno mandato in Egitto”. Ma adesso la Procura della Repubblica di Ragusa potrà chiedere la punizione dei colpevoli ed il giudice potrà infliggere una pena fino a 15 anni di reclusione in carcere e 25.000 euro per ogni migrante fatto entrare clandestinamente in Italia.