Sono stati gli stessi migranti a riconoscerlo. E’ stato arrestato a Pozzallo lo scafista accusato di avere pilotato un barcone con 327 eritrei giunti in porto giovedì. È, secondo l’accusa, Mouhamed Hassan Ali Fouda, un egiziano di 28 anni che aveva cercato di farsi passare come un altro migrante. Ma, trattandosi dell’unico egiziano del gruppo, è stato subito sospettato di essere uno degli organizzatori del viaggio. La conferma è venuta da alcuni eritrei i quali hanno raccontato di essere partiti dal porto di Bengasi dove erano stati tenuti per alcuni giorni sotto stretto controllo prima di essere ammassati su una barca di circa 20 metri. Ciascuno di loro ha pagato da 1600 a 1700 dollari. Alcune testimonianze hanno descritto le terribili condizioni imposte ai migranti. “Il capannone – ha raccontato uno di loro – era chiuso e non potevamo uscire in quanto era vigilato da libici armati di pistole e fucili”. Qualcuno ha aggiunto di avere sentito alcuni spari. “Il soggiorno – ha aggiunto un altro – è durato circa cinque giorni. Poi il 29 aprile, verso le due di notte, sono arrivati alcuni libici che ci hanno condotto a piedi lungo la strada”. Non si sono però allontanati di molto perchè il capannone, come poi hanno scoperto, si trovava vicino alla spiaggia. Lo scafista egiziano aveva 1000 dollari in tasca, che secondo gli investigatori servivano per le spese dopo lo sbarco, e un cellulare. Conteneva ancora gli sms scambiati con gli altri trafficanti libici. Dall’inizio dell’anno sono 30 con il giovane egiziano gli scafisti arrestati dalla polizia di Ragusa e di Modica.