La polizia ha fermato sei egiziani ritenuti gli scafisti dell’imbarcazione con 250 siriani, compresi decine di neonati e 50 minorenni, sbarcati martedì a Pozzallo dopo esser stati soccorsi da una nave della Marina militare italiana. Ai sei indagati, oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è contestato anche il sequestro di persona per avere obbligato numerose famiglie a stare chiuse nella stiva del peschereccio per 5 giorni prima di lasciare la Libia: “partiremo soltanto quando saremo al completo”, avrebbero intimato ai migranti già imbarcati. Gli scafisti, secondo l’accusa, avrebbero bloccato con la forza, costringendole a restare sulla barca, anche persone che volevano rinunciare al viaggio e ritornare a terra. L’imbarcazione, per le condizioni del mare, ha rischiato più volte di capovolgersi, ma poi i migranti sono stati soccorsi in mare aperto. Gli organizzatori del traffico di vite umane, secondo stime della polizia di Stato, avrebbero guadagnato 500mila euro per questo viaggio della speranza.
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