Natale amaro per i precari della sanità ragusana. Non si prospetta nulla di buono per i lavoratori, ausiliari specializzati. Mercoledì mattina i precari hanno dato vita all’ennesimo sit-in di protesta, stavolta scegliendo una location diversa, non più piazza Igea, che da mesi è diventato il simbolo della vertenza, ma il sagrato della cattedrale di Ragusa. “Abbiamo voluto posizionarci nel luogo simbolo della città – spiega il responsabile del dipartimento Sanità della Cgil, Angelo Tabbì – per richiamare l’attenzione di tutta la cittadinanza sulla problematica, che riguarda centinaia di famiglie della provincia di Ragusa”. Sono soprattutto donne, le precarie dell’Asp iblea, spesso con figli e separate; lavoratrici che per dieci anni, se non più, hanno espletato la loro mansione per l’Azienda sanitaria senza mai essere integrate nell’organico. Dal limbo della precarietà questi lavoratori sono passati alla mancanza assoluta di ogni diritto e certezza di continuità nel lavoro. Dal Natale scorso, quando l’Azienda ha esternalizzato il servizio, per questa categoria è iniziata l’odissea. “Adesso ci sentiamo sempre più abbandonati – dicono i precari – come se a nessuno interessi che attuare la convenzione con la Multiservizi, e quindi far lavorare la nostra categoria, significherebbe un risparmio sui costi per l’Azienda e quindi per la collettività”. “Ci tolgono il presente e ci rubano il futuro” hanno scritto in uno degli striscioni esposti. “Adesso registriamo un silenzio assordante, che sta accompagnando la nostra pressante richiesta di incontro sollecitata da più di venti giorni – spiega Tabbì -. Chiediamo l’immediato ritiro dell’allargamento dell’appalto delle pulizie da parte dell’Asp”.