La Polizia Giudiziaria ha fermato Ramadhan Mouhamed Abou Saadam di 26 anni, Jalal El Sayed di 29 anni e Hameda Sayed Mouhamed Ali di 19 anni. Gli arrestati dovranno rispondere anche del reato di sequestro di persona in quanto hanno tenuto a bordo del peschereccio per ben 6 giorni, senza possibilità di tornare indietro, così come da loro richiesto, fino a quando non avrebbero riempito del numero dei migranti sperato il natante. Dopo il soccorso e l’assistenza sanitaria dei migranti, la Polizia ha proceduto con le identificazioni e le interviste, insieme agli interpreti, in particolar modo dei numerosi minori presenti. Gli inquirenti erano già al corrente che l’imbarcazione era partita dalle coste egiziane e che di sicuro l’equipaggio di scafisti era composto da cittadini di quella nazionalità. Per esigenze di Ordine Pubblico i migranti siriani dovevano essere trasferiti subito in contrada Cifali a Ragusa, motivo per cui per primi venivano fatti scendere dalla nave i nuclei familiari siriani e quindi gli scafisti hanno tentato in tutti modi di fingersi siriani ed andare con loro per poi tentare di fuggire. Il comandante del peschereccio ha minacciato un giovane siriano, padre di un bambino di poco più di un anno, di dargli il piccolo per potersi così mischiare tra loro. Il padre intimorito ha dato il figlio allo scafista ma il comandante non aveva fatto i conti con il neonato che iniziava a piangere in modo disperato attirando l’attenzione dei Poliziotti. Uno degli Agenti avvicinandosi al bambino notava che non vi era una somiglianza tra padre e figlio e quindi considerato il pianto, grazie ad un interprete della Polizia Giudiziaria, veniva chiesto se il minore avesse bisogno di cure mediche. È stato in quel momento che lo scafista si è tradito con un semplice “no grazie” dal quale l’interprete ha capito subito che non fosse siriano segnalandolo agli investigatori. Immediata la reazione del padre che riprendeva il figlio in braccio e spiegava l’accaduto consentendo così agli Agenti di catturare lo scafista. Un altro scafista ha finto di essere minore ma, sottoposto ad esami radiografici presso l’ospedale di Modica, è stato smentito dai medici che hanno appurato l’età approssimativa di 20 anni. Anche in questo caso i testimoni sono stati fondamentali, hanno raccontato di violenze durante la permanenza nei centri di reclutamento in Egitto per poter partire per il viaggio da intraprendere per l’Italia. Ogni migrante ha pagato in media circa 2.500 dollari (i siriani hanno pagato molto di più rispetto agli egiziani) per un totale di più 1.000.000 di dollari che sono andati quasi tutti agli organizzatori ed una piccola parte agli scafisti. Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Squadra Mobile di Ragusa gli arrestati sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Sino ad oggi nel 2014 sono stati arrestati 44 scafisti dalla Polizia Giudiziaria e sono in corso numerose attività di collaborazione tra le Squadre Mobili siciliane al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste libiche a quelle Italiane.