E anche Crocetta fece la fine degli altri uomini di Nello Dipasquale, abbandonato. Da ieri il Megafono non esiste più, non c’è il gruppo e non ci sono deputati; la lista del presidente della Regione s’è squagliata assumendo un nuovo nome “Territorio e Socialisti” che consentirà ai 5 onorevoli, incluso l’ex sindaco di Ragusa , di avviarsi a passo felpato nel partito democratico di Matteo Renzi. Da mesi, ossia da quando nel Pd ha trionfato il Fiorentino, Dipasquale si sente ancor più motivato al trapasso definitivo, ma ha atteso insieme agli altri – tutti, al par suo, degnissimi trasformisti provenienti da ogni dove – di capire gli eventi, poi precipitati. Crocetta infatti ha ricevuto l’ordine dalla nuova segreteria Pd di darsi una mossa ed eliminare l’ambiguità della sua appartenenza ossia la lista Megafono poichè il giochetto della doppia identità non regge più in tempi di solido regime. Il presidente della Regione sia per il diktat romano, sia per l’evidente paralisi dell’isola – ormai in stato di default chissà sino a che punto nascondibile – è di fatto isolato. Gli alleati hanno accerchiato Crocetta facendogli intendere che o si prendono in mano la Regione o il presidente, da solo, si incarta. E così quelli del Megafono da buoni Bruto hanno dato le prime cinque pugnalate tagliando la corda. C’è stato un forte attrito tra Dipasquale e Crocetta quando, qualche giorno addietro, in assemblea, il deputato ragusano accelerando il distacco ha detto chiaramente che forse occorreva, vista la situazione, salvare la pelle e passare al vincitore consegnandosi al Pd, e Crocetta però l’ha presa malissimo. Cose che capitano, anzi che si ripetono, signor Presidente! Lo chieda a Leontini, il trattamento subito dal suo figliol prodigo! La posizione di Nello Dipasquale, al netto della coerenza e della condotta morale, tutte qualità trascurabili e comunque attinenti alla moda dello “stai sereno” è al momento l’unica possibilità praticabile e garantisce se Crocetta affossa o se Crocetta cambia squadra di trovarsi non più in aria, ma in un gran partito. Che la situazione a Palermo sia al capolinea lo certifica il silenzio di Lumia – testimonial di Crocetta – che aveva fatto dell’insulso Megafono una bandiera e che ora si accontenta di rimanere al Senato a far numero. Insomma all’Ars i deputati sopravvivono – e bene, visto che con un singolo stipendio si garantirebbe la campata a 8 persone – e Nello Dipasquale politicamente è sfiorito; lo si è visto dal risultato della sua candidata Stancheris, e dalla opacità assoluta – in linea peraltro con le prestazioni degli altri 89 – del suo soggiorno a Sala d’Ercole, e comunque un futuro trasloco nel Pd non gli restituirebbe neppure un punto di brillantezza.