Lunedì 13 e martedì 14 ottobre si terranno le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi superiori e dei singoli corsi di facoltà dell’Università di Catania. La provincia di Ragusa potrebbe giocare un ruolo da protagonista in questa competizione grazie al candidato al Senato Accademico, Gabriele Licitra. La provincia di Ragusa potrebbe così riavere (anni fa era stato Mario D’Asta ad ottenere il risultato) un proprio rappresentante in Senato all’Università di Catania. “C’è la seria possibilità che la provincia di Ragusa possa ritornare ad avere una voce importante, rappresentativa e di grande prospettiva strategica in seno al prestigioso organo di governo dell’Ateneo catanese, il Senato Accademico – dichiara Licitra – di sicuro se in passato avessimo avuto rappresentanti ragusani agli organi superiori, avremmo potuto lottare di più, e meglio, in merito alla disastrosa esperienza dell’Università in Provincia di Ragusa che è passata dall’avere 12 corsi di laurea sparsi tra le città di Ragusa, Modica, Comiso e Vittoria, ad averne solo uno. Ma oggi bisogna guardare a quello che c’è e costruire le basi per un futuro migliore per gli studenti ragusani e per coloro che decidono di venire a studiare qua a Ragusa. Ed è per questo che, se verrò eletto, la prima cosa che farò sarà incontrare il sindaco e il presidente del Consorzio universitario ibleo per proporre loro di investire sulla formazione dei giovani ragusani. Prima le spese del Comune per gestire l’Università qua a Ragusa ammontavano a 5 milioni di euro, adesso la spesa è di 1 milione di euro per il mantenimento dell’università di lingue, quindi penso che con i soldi risparmiati si possano agevolare gli universitari ragusani che studiano a Catania e gli studenti che decidono di venire a studiare qua a Ragusa, con ricadute positive nelle tasche dei ragusani, con miniborse di studio concesse dal Comune sulla base di criteri che possono riguardare media e reddito. I miei punti, pochi e concreti, del programma partono proprio dalla necessità di uguaglianza ed equità e, quindi, da una battaglia vera per garantire il diritto allo studio, per arrivare ad una didattica che curi meglio il collegamento tra università e mondo del lavoro ed un’Università più europea che incentivi e sponsorizzi maggiormente il progetto Erasmus, partecipando al piano Horizon predisposto dalla commissione Europea”.