La vittima, una giovane, stava tornando a casa dal lavoro a tarda ora, quando si accorge della presenza di un uomo che l’aveva già precedentemente seguita durante il tragitto. Sceso dall’autovettura si dirige dritto verso di lei sbottonando la patta dei pantaloni. La paura la pervade. Per sottrarsi alle mire e proteggersi dall’uomo tenta di entrare in un androne condominiale sperando che il portone sia aperto, ma non lo è, in un ultimo tentativo di preservarsi, simula di essere arrivata a casa e fa finta di prendere le chiavi dalla borsa. Spera così che il soggetto receda dai suoi intenti, ma l’uomo non le da scampo e le si avventa addosso, le tappa la bocca con le mani impedendole di gridare, la trattiene da tergo, la scaraventa a terra e le si pone a cavalcioni. Toglie le mani dalla bocca solo per afferrarle il collo. La ragazza finalmente può gridare aiuto, ma con una mano l’uomo le palpa i genitali e il seno e la bacia ripetutamente in bocca nonostante i tentativi della ragazza di divincolarsi tanto che scalciando perde una scarpa. Infine, forse udendo sopraggiungere qualcuno, il violento si allontana velocemente a bordo della sua auto. La ragazza è terrorizzata ma mantiene la lucidità, intanto qualcuno che abita nelle vicinanze ha sentito le sue urla e la soccorre, cerca di individuare l’aggressore, ma ormai è tardi, il violentatore è scomparso. La Polizia di Vittoria raccoglie la denuncia della vittima, che le si affida qualche giorno dopo il drammatico evento, ed avvia subito le indagini. Le informazioni sono approfondite con la stessa vittima ed emergono ulteriori particolari. Già alcuni giorni prima lo stesso uomo con lo stesso veicolo l’aveva seguita durante il tragitto lavoro-casa. Il giorno dell’aggressione le si era addirittura accostato e da dentro l’abitacolo del mezzo le aveva fatto delle avances. E’ un italiano, un uomo trentunenne del posto. La ragazza è dovuta ricorrere alla cure del pronto soccorso perché accusava dolori al capo, al collo, al polso ed al ginocchio destro ed alle braccia. La prognosi è stata di 4 giorni salvo complicazioni. Ha raccontato tutto alla madre e dopo tre giorni, insieme, hanno avuto il coraggio di non tenere per loro il male, l’oltraggio, la violenza subite e si sono presentate al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vittoria. La descrizione che la vittima ha fornito dell’aggressore è stata precisa, puntuale e dettagliata. I sopralluoghi sul posto dell’aggressione hanno rilevato la presenza di telecamere. La Polizia Scientifica è riuscita a recuperare i filmati registrate da quegli apparecchi. Sono stati attentamente vagliati. Immediatamente è scattata una perquisizione presso l’abitazione del sospettato dove sono stati rinvenuti gli indumenti indossati il giorno dell’aggressione. E’ stato rintracciato in contrada Menta in territorio di Santa Croce Camerina. Si tratta di un vittoriese, N.G. le sue iniziali. Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ragusa in sede di udienza di convalida della misura precautelare adottata dalla Polizia di Stato e richiesta dalla Procura della Repubblica, pur ritenendo non fondato il pericolo di fuga, ma sussistenti i gravi indizi di colpevolezza ed esigenze cautelari sotto il profilo del pericolo di recidivanza, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere.