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19/12/2011 -

Società/

Ibla, l’albero delle lamentele

Non potevano resistere alla tentazione di decorare quell’albero di pino, nudo e scarno, spuntato a piazza Pola da una settimana. Un albero di Natale, singolare, perché privo dei classici addobbi e delle luminarie. Qualcuno da giorni lo chiamava, in dialetto, “a maccia”. Quatti quatti, sabato sera, alcuni residenti e commercianti di Ibla, si sono dati appuntamento davanti a quella che doveva essere una delle decorazioni offerte dal Comune di Ragusa per “abbellire” il quartiere barocco. Al posto delle palle dell’albero di Natale, i dissidenti hanno attaccato biglietti di carta, con scritte in nero dal tono accusatorio. Ce n’è per tutti: sindaco, assessore allo sviluppo economico, amministrazione comunale. L’oggetto dell’accusa è l’aver dimenticato Ibla, cenerentola esclusa dalle “magie del Natale”. Il bello è che il gruppo di cittadini ed esercenti, dopo aver lasciato i biglietti, è andato in pizzeria e all’uscita, intorno alle 23.30 di sabato, è tornato sul luogo del misfatto: grande sorpresa, perché i biglietti non c’erano più. Domenica mattina una nuova spedizione in piazza Pola ha permesso di rimettere sui rami del pino, sempre disadorno e privo di lucine, i biglietti, che, stavolta, sono stati stampati in formato ancora più grande e con caratteri ancora più grossi. “Amministrazione comunale indegna di Ibla”, “assessorato allo Sviluppo economico, vergogna”, “assessorato al Turismo e spettacolo, vergogna”, “assessorato alle luminarie natalizie de profundis”, “Non meritate Ibla, lasciateci a un altro Comune”, “Ibla patrimonio Unesco potrà conoscere un vero sviluppo solo se separata da Ragusa superiore”, “A Ragusa superiore una pioggia di migliaia di euro, a Ibla nulla”. I turisti, leggendo i biglietti, se la ridevano. Qualcuno prendeva appunti…

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