Il giudizio promosso dall’ex sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, che aveva chiesto alla nostra emittente il risarcimento di euro 100 mila per danni morali e da lesione dell’onore e della reputazione, per una serie di articoli, pubblicati fra il 2008 e il 2009, a suo avviso diffamatori, si è concluso con una sentenza che ha rigettato la domanda. Nella sentenza del giudice Dottoressa Rosanna Scollo si legge: “Da una lettura complessiva degli articoli si evince l’utilizzo di un linguaggio a tratti colorito e pungente, ironico e volte sarcastico , ma pur sempre espressione dell’esercizio del diritto di critica giornalistica, che non va mai al di là dei limiti della pertinenza e della continenza, prendendo spunto la critica da fatti di cronaca quotidiana, non contestati, e di sicuro interesse pubblico, quali le vicende interne dell’amministrazione comunale e i giochi di potere tra le correnti politiche contrapposte, la gestione del territorio ragusano e lo sviluppo dell’urbanistica, il progetto del porto di Marina e l’allargamento del lungomare, con la frequente allusione agli stretti rapporti tra il sindaco e i costruttori più importanti della città, ai quali l’amministrazione sarebbe asservita. Persino i frequenti viaggi all’estero, per piacere, del ricorrente, non possono dirsi privi di interesse pubblico, in considerazione della carica pubblica rivestita. Anche laddove la critica – si legge sempre nella sentenza – appare indirizzata personalmente al ricorrente, accusato di essere poco avvezzo alle opinioni discordi, all’etica, al buon gusto e alle regole della grammatica italiana, essa non travalica mai i limiti della continenza, e non trasmoda in un’aggressione gratuita ai danni della persona, avendo pur sempre ad oggetto dei comportamenti tenuti dal primo cittadino nella sua veste istituzionale”. Nella sentenza, quindi, le espressioni utilizzate sono considerate il diritto alla libera manifestazione del pensiero. L’ onorevole Nello Dipasquale è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Tele Nova era difesa dall’Avvocato Cesare Borrometi supportato dalla Dottoressa Marcella Borrometi.