A distanza di quattro mesi fatta piena luce su un misterioso ed inquietante suicidio, quello del 17enne Marco Di Martino. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un 35enne pregiudicato. Il 17enne, morto dopo 12 giorni di agonia al “Cannizzaro” di Catania, si era sparato un colpo di pistola di piccolo calibro in bocca lo scorso 20 agosto dinanzi alla chiesa di San Domenico Savio. Sin da subito era stata valutata la posizione di un 35enne al quale che il ragazzo dovesse dei soldi. In manette è finito Umberto Favuzza, 35 anni, originario di Palermo, ma residente a Vittoria. Le indagini sono continuate, volte a chiarire i motivi dell’insano gesto del minore. Si è così giunti a stabilire che il ragazzo era preoccupatissimo per l’esistenza di un debito che aveva nei confronti dell’indagato. Un debito di 950 euro, non 300, come asserito inizialmente dal creditore. E che la causa del debito non erano consumazioni non pagate al bar, ma il corrispettivo di un partita di 10 grammi di cocaina che il ragazzo aveva acquistato dal suo fornitore a fine luglio. Gli accordi con quest’ultimo prevedevano circa 20 giorni di tempo per il pagamento. Quella volta il ragazzo non riuscì in alcun modo a saldare il debito entro i termini soliti. Entrò in crisi e dietro le pressanti sollecitazioni e minacce, non confidandosi con alcuno sul suo reale stato emotivo, perse il controllo della situazione e si determinò per l’insano gesto. Le indagini condotte dalla Polizia sotto l’accurata direzione della Procura della Repubblica di Ragusa nella persona del sostituto procuratore Monica Monego, hanno consentito di accertare l’esistenza di un’attività di spaccio condotta da Umberto Favuzza, 35enne originario della provincia di Palermo, residente a Vittoria. Con precedenti penali per reati inerenti gli stupefacenti ed il patrimonio. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa Andrea Reale esaminata la richiesta di applicazione di misura cautelare custodiale avanzata dalla Procura della Repubblica sulla scorta delle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Ragusa e dal Commissariato di Vittoria che “dà piena contezza della condotta criminosa ascritta all’indagato” per avere, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, detenuto, offerto, posto in vendita, procurato o comunque ceduto a terzi e fra costoro al minore sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana, ha applicato al Favuzza gli arresti domiciliari presso la sua abitazione. “Il giovane Marco Di Martino – spiegano in Questura – si ritrovò impelagato nella triste e pericolosa relazione con il mondo degli stupefacenti proprio a causa dei rapporti che incominciò a intrattenere presso il bar gestito da Favuzza. Quest’ultimo offriva al gruppo di giovani frequentatori la possibilità di ‘provare’ lo stupefacente”.