Emergono nuovi dettagli dalle indagini in corso nel Ragusano per la scomparsa e la morte di Loris Stival. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa, “quando è stato ucciso, o poco prima, al bimbo sono stati legati i polsi, in modo da tenergli le mani attaccate l’una all’altra. Gli esami autoptici hanno accertato segni evidenti, provocati probabilmente dalle stesse fascette utilizzate per ucciderlo, solo sulla parte superiore di entrambi i polsi. Due telecamere inoltre riprendono l’auto della madre di Loris, la mattina di sabato 29 novembre, impiegare 9 minuti per percorrere un tratto di strada vicino al Mulino Vecchio, che invece si percorre in 3 minuti. Lo hanno accertato gli investigatori che ora vogliono capire cosa sia accaduto in quei 6 minuti di troppo. Elicotteri di polizia e carabinieri hanno sorvolato le campagne attorno a Santa Croce Camerina nella speranza di individuare dall’alto il punto dove potrebbe essere stato gettato lo zainetto di Loris Stival, il bambino ucciso il 29 novembre scorso e ritrovato in un fosso in contrada Mulino Vecchio. L’ipotesi degli investigatori è infatti che lo zainetto blu con le cinghie gialle sia stato gettato da qualche parte o dall’assassino o da qualcuno che potrebbe averlo aiutato”. Sabato mattina il cacciatore che ha ritrovato il corpo del bambino, Orazio Fidone, insieme al suo avvocato, Pietro Savà, ha tenuto una conferenza stampa nella piazza del paese. “Non è stato facile e semplice, soprattutto per la mia famiglia che sta soffrendo maledettamente, ma per fortuna le cose stanno finendo”, ha detto Orazio Fidone. “Chiedo ai giornalisti – ha aggiunto – di non andare nelle scuole per non fare subire questo shock tremendo ai bambini creato da questa condizione mediatica. Agli investigatori auguro di venire a capo di tutto nel più breve tempo possibile”. “Diverse persone – ha detto il suo legale – possono testimoniare che al momento del delitto era in un altro posto, e lui non ha il bene dell’ubiquità. Fidone non è andato a cercare il bambino direttamente al mulino vecchio, e non lo ha trovato subito, ma dopo diversi giri. Se qualcuno vuole criminalizzare l’intuito lo faccia, ma è sbagliato”. Il legale, a nome di Fidone, ha ringraziato la Procura per la “delicatezza” con cui ha condotto l’indagine e anche le Forze dell’Ordine per il rispetto avuto, nonostante i necessari accertamenti, verso la famiglia del cacciatore.