Continua la battaglia di Legambiente Ragusa contro la Sovrintendenza riguardo i permessi alle società di ricerca petrolifera. Scrivono gli ambientalisti: “La Sovrintendenza impermeabile a qualsiasi appello e diffida, continua nella sua incessante opera di smantellamento di fatto delle norme del Piano Paesaggistico: autorizzazioni paesaggistiche per villette in zona agricola, pareri positivi per realizzazioni di opere a mare non autorizzabili ed attività di perforazione in aree di tutela. La Sovrintendenza ha rilasciato un’altra autorizzazione paesaggistica alla Panther Eureka srl per la perforazione esplorativa del pozzo Gallo Sud all’interno del permesso di ricerca idrocarburi Fiume Tellaro. Le motivazioni sono identiche al permesso rilasciato alla Irminio srl e cioè che il piano paesaggistico “ non è orientato a normare le attività e che …… deve limitarsi a tutelare l’ambiente nel suo aspetto visivo e non deve interferire sugli ulteriori profili in cui si sostanzia la complessa nozione di ambiente”. Tralasciando le decine di sentenze di Consiglio di Stato, Corte Costituzionale e TAR che dicono esattamente il contrario, stupisce il fatto – scrive Legambiente – che la Soprintendenza di Ragusa abbia avuto la necessità di richiedere chiarimenti al nuovo Direttore Generale ben 5 mesi dopo che la Panther Eureka aveva chiesto il rilascio del parere paesaggistico e dopo 3 anni e mezzo dal rilascio del primo parere condizionato rilasciato dall’arch. Ferrara. Perché non lo ha chiesto a marzo subito dopo la richiesta della Panther Eureka? Forse la risposta sta nella circolare del 5 dicembre 2013 dell’allora Direttore Generale dei beni culturali Sergio Gelardi, inviata a tutte le Soprintendenze della Sicilia e quindi a conoscenza della dott.ssa Panvini, che dice esattamente l’opposto. La dott.ssa Panvini – sottolinea Legambiente – avrebbe dovuto applicarla: perché non l’ha fatto? Scrive infatti nella circolare il dott. Gelardi, grande esperto del settore dei beni culturali in Sicilia, che la nozione estetica di paesaggio è ormai ampiamente superata soprattutto alla luce della Convenzione Europea del paesaggio e, che nella pianificazione paesaggistica il riconoscimento dei valori paesaggistici deve essere affrontato attraverso l’individuazione degli aspetti ambientali, geologici, geomorfologici, agronomici e storico-architettonici. In parole povere – sostiene Legambiente – è falso affermare, come fa la Sovrintendenza di Ragusa, che il piano paesaggistico non è orientato a normare le attività ed è falso che deve limitarsi a tutelare l’ambiente nel suo aspetto visivo. Anche in Senato per risposta ad una interrogazioine della Padua, il governo aveva ribadito che le attività estrattive che costituiscono oggetto dell’interrogazione non sarebbero consentite nelle aree con livello di tutela 2 e 3, Quindi nella vallata dell’Irminio, inserita tra le aree di livello di tutela 2 e 3, non si poteva trivellare. Poi all’improvviso – scrive Legambiente – cambia tutto e ciò che non era possibile ad un tratto lo diventa. E’ forte il sospetto che i pareri della Soprintendenza rispondano ormai solo ad unilaterali scelte politiche. Per tale motivo, per ripristinare un minimo di decenza sarebbe opportuno – conclude Legambiente – che a Ragusa amministri i Beni Culturali un nuovo Soprintendente che tuteli realmente il nostro territorio.
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