La Regione, con atto dirigenziale, ha annullato una concessione edilizia rilasciata dal Comune di Ragusa nel 2007 in zona agricola. La decisione al termine di un lungo iter partito dopo un esposto di Legambiente. Secondo la Regione, si tratterebbe di concessioni in zona agricola illegittime con un grave danno urbanistico. Così si esprime il consiglio regionale dell’Urbanistica. Si tratta del progetto per la realizzazione di quattro unità abitative in contrada Palazzola, lungo la Ragusa – mare. La concessione rilasciata dal Comune risale al 2007, poi una serie di altri provvedimenti, fino alla Dia. Tutti atti che secondo la Regione sono illegittimi. La motivazione è espressa in modo inequivocabile. “La concessione edilizia 132/07 – si legge nel decreto – risulta illegittima in quanto è in contrasto con l’art. 48 delle Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale vigente, poichè, consentendo la realizzazione di quattro distinte unità abitative, non viene osservata una delle condizioni previste per la residenza in verde agricolo ammessa esclusivamente “a servizio del fondo”… La medesima concessione edilizia 132/07, consentendola realizzazione delle quattro unità abitative con la relativa viabilità interna, non può che configurarsi quale lottizzazione abusiva, ex art. 18 della legge 47/85, in quanto il progetto autorizzato ha comportato la trasformazione urbanistica dell’area stante il frazionamento e la vendita del terreno in lotti che, per caratteristiche dimensionali e destinazione d’uso, denunciano in maniera inequivocabile lo scopo edificatorio di tipo negoziale”. E’ in pratica quanto da anni sostiene Legambiente, che ora punta il dito contro chi ha amministrato la città tra il 2007 e il 2012. Le concessioni in zona agricola sono soltanto a servizio del fondo. Citando l’articolo 48 delle norme di attuazione del Prg, il dirigente regionale ribadisce: “Nel caso in specie, essendo state totalmente disattese le finalità di tutela e conservazione prefigurate dal Prg di Ragusa… sussistono ragioni di interesse pubblico per rimediare al grave danno urbanistico consumatosi”.
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