I carabinieri sono intervenuti per porre fine a una storia purtroppo non infrequente nelle cronache di questi anni: un matrimonio infelice, la scelta della separazione, l’incapacità – per lui – di accettare la libera autodeterminazione della donna. E l’inizio delle condotte persecutorie. Questa storia andava avanti da alcuni mesi. Prima i litigi, poi le grida, gli insulti, le minacce, e infine, le botte. La donna in un primo momento ha cercato pace lasciando la casa coniugale e andando a vivere, col figlioletto di 5 anni, dai genitori. Ma non è bastato. Lui ha iniziato a pedinarla, a telefonarle ossessivamente, a mandarle messaggi, fino a tentare di entrare in casa della donna. I Carabinieri hanno chiesto e ottenuto una misura cautelare a carico dello “stalker”, un trentenne ragusano disoccupato, che non potrà più avvicinarsi alla propria vittima, dalla quale dovrà mantenere una distanza di almeno 200 metri, altrimenti a suo carico saranno adottate misure ancor più gravi.
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