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16/06/2015 -

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PICCITTO, IL PETROLIO, E LE PEDANE

piccispucciospascciosVe la ricordate la storia di Federico Pizzarotti sindaco di Parma accusato di cedevolezza per non aver bloccato l’avvio dell’inceneritore? Il conflitto era semplice: da una parte la bontà di una giusta idea del mondo, dall’altra l’impossibilità contingente  di concretizzare il pensiero ecologista a causa del groviglio di leggi e sentenze. Questa realtà divaricata è scoppiata tra le mani anche del nostro sindaco che sulla questione della concessione urbanistica alla società petrolifera che vuol effettuare sondaggi e ricerche sul sottosuolo ragusano, ha dato il suo sì aggregandosi alla fine a tutte le altre istituzioni, soprintendenza e regione, che senza batter ciglio non avevano neanche per via teorica ostacolato tale nuovo insediamento. Sappiamo tutti che per il Movimento 5 stelle il no a nuove ricerche petrolifere è un pensiero fondante e di conseguenza questa concessione apparirà una contraddizione o un tradimento, nonostante il simpatico e scaltro Di Maio abbia assicurato la totale copertura e protezione alla giunta che aveva cercato nei giorni scorsi conforto e consolazione in vista della difficile scelta. E’ banale soffermarsi alla superficie della questione liquidandola con un pragmatico ‘non potevamo fare altrimenti’, seppur questa affermazione sia vera, alla luce soprattutto di quel terribile decreto del fare – lo “Sblocca Italia” – che testimonia la corsa cieca verso il baratro del governo nazionale; ci serve una lettura più ampia che ridia senso al governo Piccitto e più in generale alla crescita dei 5 stelle che proprio in queste ore stiamo vivendo. L’Italia man mano sta abbandonando i partiti e scegliendo i 5 stelle perchè indubbiamente questi appaiono e sono onesti e diretti e rappresentano un appiglio e una speranza intrisa di disperazione nei confronti del futuro e non certo il telecomandato ottimismo demente che invoca Renzi, e Ragusa con grande intuizione e velocità di analisi ha già da anni intrapreso questa via che sta risultando per niente folle e per niente rischiosa. Sbaglia il senatore Battaglia (lunedì sera a Video Regione) quando dice che l’elezione di alcuni sindaci ( il riferimento a Piccitto era chiarissimo) è frutto solo di meccanismi ed intrecci temporali e contingenti che dovrebbero indurre gli eletti ad atteggiamenti più umili e meno arroganti, il che tradotto significa ‘il sindaco grillino dovrebbe per riconoscenza e prudenza ascoltare chi è più saggio di lui’, e sbaglia non cogliendo la profondità politica, per niente isterica, e per niente populista, che ha portato alla vittoria di Piccitto. Questa digressione sul senatore Battaglia è utile in quanto il sì alla concessione dato alla società petrolifera  può essere vissuto come una delusione da inquadrare frettolosamente in un giudizio globale di incapacità ad affrontare le difficoltà e le pesantezze dell’amministrare, e guarda un po’ questa sintesi riporta alla necessità di preferire nelle cose importanti la vecchia politica di un tempo che riesce ad addolcire le pillole amare o a far passare le grandi speculazioni come crescita. Ha sbagliato Piccitto a dar la concessione? Senz’altro si se consideriamo la ricerca del petrolio una follia dato che il petrolio non è roba di lunga durata e dato che il nostro rapporto col pianeta deve essere rivisto. Ma andiamo oltre: la concessione dell’amministrazione cancella la sensibilità, l’idealità, la visione del mondo del movimento 5 stelle? La risposta è no. Qual è allora il legame politico tra l’idealità 5 stelle e le fatiche quotidiane del governare? E qui arriviamo al nodo del problema. Non c’è, è tutto da costruire, questo movimento se lo deve inventare declinando l’indubbia diversità morale che è la vera emergenza politica del paese – ad una visione del mondo. In questo Podemos e Syriza sono un passo più avanti. Possiamo noi cittadini digerire questa imbarazzante concessione nell’attesa di una ulteriore maturità politica? E’ ragionevole pensare che i 5 stelle riescano a digerire questo momento regressivo rispetto alle aspettative della rivoluzione e a farne piattaforme comune con altri amministratori o prossimi- speriamo per loro- governi? E’ corretto conservare intatto il ricordo del malaffare che imperava a Ragusa e continuare a ritenere percorribile una nuova forma del Paese dove – in vista di povertà ed instabilità crescenti –  si rileva ancora una volta, a livello locale,  la lungimiranza della nostra comunità che ha spezzato le catene affaristiche portando al governo un ragazzo pulito? A tutte e tre le domande la risposta è sì. La ricerca che conta non è quel buco per trovare il petrolio e che darà l’illusione del lavoro a qualche decina di operai; la ricerca è uscire dalla follia del capitalismo, ma per arrivare a questo convincimento il viaggio è lungo ed i grillini solo a tratti e non tutti sentono l’urgenza e la spinta verso questo cammino. Per loro l’ambientalismo è solo modernità, per loro la tecnologia è una forza positiva che rende orizzontale il mondo. I loro piani di riferimento sono piatti, confrontarsi con loro è arduo, è una generazione che si sta svegliando, sono solo ad un inizio di un percorso, sono privi di complessità dolorosa, sono autenticamente vuoti, originali, infinitamente migliori di  noi. A loro il dramma dell’esistenza si è appalesato con le rappresentazioni di Maria De Filippi, è già abbastanza se sentono che c’è stato il trucco e che riescano a scuotersi ed a ridecifrare il tutto. Sono delicati, vanno piano, e ad ogni pedana, da Randello a quella per issare la trivella, ci cascano.

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