Il vescovo della diocesi di Ragusa, Paolo Urso, intervistato da un quotidiano on line nazionale, dice la sua sulle unioni omosessuali. “Quando due persone decidono, anche se sono dello stesso sesso, di vivere insieme, è importante che lo Stato riconosca questo stato di fatto. Che va chiamato con un nome diverso dal matrimonio, altrimenti non ci intendiamo”. E’ quanto ha dichiarato il presule in una lunga intervista che spazia su molti temi, dall’immigrazione al ruolo delle donne, dalle convivenze alla pace. “Sono stato educato alla laicità dello Stato e al rispetto delle leggi civili. Quando il cittadino è chiamato a compiere delle scelte concrete, il compito della Chiesa è quello di offrire ai fedeli degli strumenti per decidere in autonomia e consapevolezza. Per questo ho detto alla mia gente: informatevi, documentatevi, vedete se questo tipo di soluzioni sono giuste e giudicate voi'” – è questo un altro passaggio dell’intervista che riguarda la sua scelta, sei anni fa, di andare a votare sul referendum sulla fecondazione assistita, nonostante l’allora capo dei vescovi italiani, il cardinale Ruini, invitasse allo astensionismo. Per ritornare alla questione sugli omosessuali, il vescovo ha aggiunto: “La Chiesa deve sempre essere una casa dalle porte aperte, anche per i gay”.
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