La richiesta di ispezione era stata avanzata da Legambiente per “accertare tutte le violazioni del piano paesaggistico contestate all’ufficio e ripristinare condizioni di legalità”. Per Legambiente sin dalla fine del 2010, anno in cui è stato adottato il piano paesaggistico di Ragusa, la Soprintendenza, nell’esercizio delle proprie competenze, “ha violato sistematicamente alcune norme, tra cui quelle poste a tutela delle coste. Ha consentito la realizzazione di costruzioni sparse ad uso rurale e residenziale turistico, la costruzione di uno stabilimento balneare in zona di tutela 3 e il rilascio di due autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi, sempre in aree tutelate dal piano. A quest’ultimo proposito, dobbiamo amaramente registrare l’avvio del primo cantiere, a cui ci opporremo in ogni modo ed in ogni sede”.