La Guardia di Finanza di Ragusa ha concluso una complessa indagine finalizzata al contrasto del fenomeno del “caporalato”. Sono stati eseguiti dei controlli presso un’azienda agricola con sede legale a Vittoria, ma di fatto operante nell’agro di Gela in contrada Piano Stella. Gli accertamenti hanno consentito di appurare che 5 persone – il titolare dell’azienda e altri 4 caporali, hanno costituito un’organizzazione dedita al “reclutamento” di manodopera a basso costo da utilizzare nelle serre per la raccolta dei pomodori. Nell’azienda c’erano 44 lavoratori, tutti di nazionalità rumena, abitanti tra Vittoria ed Acate, di cui 4 minorenni e 20 donne, alcuni totalmente “in nero”, altri in possesso di regolare busta paga, ma che di fatto prendevano un salario inferiori (dai 25 ai 30 euro al giorno per otto o più ore di lavoro). Durante il controllo, tutti gli operai sono stati trovati a lavorare in condizioni igienico- sanitarie precarie. Tra l’altro, da sopralluoghi effettuati presso le abitazioni di questi lavoratori, sono state riscontrate situazioni igieniche particolarmente degradanti: in molte case vivevano fino a 10 persone in spazi molto ristretti. I “caporali”, assunti dal titolare come braccianti agricoli ma in effetti impiegati per la ricerca e la gestione del personale, percepivano, oltre allo stipendio, anche 2-3 euro al giorno del compenso giornaliero spettante a ciascun lavoratore a titolo di rimborso per il servizio di trasporto dalle abitazioni al lavoro e, sempre dietro ulteriore compenso, si occupavano anche del vitto e del disbrigo di pratiche amministrative, utilizzando 3 furgoni che sono stati sottoposti a sequestro. “A breve – scrive la Finanza – verranno approfonditi gli aspetti di natura fiscale, contributiva e assistenziale, al fine di accertare in capo ai responsabili eventuali indebite percezioni di indennità di disoccupazione e altri sussidi a danno del bilancio pubblico”.