Continua la battaglia del M5S sugli indennizzi da erogare alle persone che hanno contratto hiv o virus da epatite a seguito di trasfusioni di sangue o di assunzione di emoderivati infetti. Nonostante siano passati molti anni dai gravi episodi di diffusione di sangue infetto con le conseguenze a tutti note per la salute dei pazienti, è ancora in corso il processo ed i cittadini continuano a dover lottare per veder riconosciuti i loro diritti. Ai pazienti infettati è stato riconosciuto il diritto ad un indennizzo con la legge 210 del 25 febbraio 1992. “Prima della riforma costituzionale del 2001 -rende noto la deputata Marialucia Lorefice- gli indennizzi erano erogati solo dal Ministero. Dopo il 2001, nelle regioni a statuto ordinario, a seconda della data di accoglimento della pratica, sono erogati ad alcuni malati dal Ministero, ad altri dalle Regioni, ad altri dalle Asl, con conseguente disparità di trattamento. Bisogna evidenziare che tale indennizzo è spesso l’unica fonte di sostentamento per coloro che sono messi a dura prova da patologie invalidanti e cure estenuanti tanto a livello fisico quanto a livello psicologico e sociale”. La parlamentare del M5S, Marialucia Lorefice, presentò un’interrogazione per capire come si potesse dirimire questo conflitto, ma la risposta del Ministro degli Affari Regionali non è entrata nel merito delle questioni poste. “Nulla è stato detto -dichiara la parlamantare – sulla possibilità di dirimere i conflitti tra lo Stato e le Regioni, e nulla sulla possibilità di pubblicare il contenuto degli accordi prima delle sedute della Conferenza Stato-Regioni. Non abbasseremo la guardia – conclude la portavoce del M5S- e saremo sempre a fianco di questi cittadini che sono vittima di uno stato negligente il cui ruolo, sancito anche dalla Costituzione, è garantire la salute dei propri cittadini. Non solo infettati ma anche discriminati. Non possono essere sempre i cittadini a pagare».
Panoramica sulla Privacy
Il trattamento e la raccolta dei dati personali e della privacy è regolamentata dall'Articolo 13 del Decreto Legislativo del 30 Giugno 2003 numero 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali" e dal Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation) in vigore dal 25 Maggio 2018.
Per l'informativa completa vi rimandiamo alla pagina Privacy Policy.