Dopo l’arresto dei vertici della Tecnis che a Ragusa ricordiamo ha costruito il Porto di Marina, struttura che ora la ditta catanese gestisce, le preoccupazioni sulla qualità delle opere sono tante. “Occorre vigilare sulla continuità dei lavori che coinvolgono la Tecnis a Palermo, rispettando i tempi di consegna per non continuare a recare disagio ai residenti, ma anche su come questi lavori saranno svolti. Bisogna evitare che l’Anello ferroviario e il nuovo collettore fognario facciano la stessa fine del viadotto Scorciavacche, l’opera firmata Tecnis crollata una settimana dopo la sua inaugurazione”. A lanciare l’allarme sul futuro delle due importanti opere pubbliche di Palermo è Carlo Dones, di Sinistra ecologia e libertà. “Il rischio è che, nella confusione derivante dalle inchieste, la qualità dei lavori passi in secondo piano. E’ necessario prestare la massima attenzione sia su come la Tecnis sta svolgendo le opere, sia sulla qualità dei lavori dati in subappalto nei cantieri di Palermo”. Tornando a Ragusa ed a proposito dei doverosi dubbi sulla qualità dei materiali di costruzione, ricordiamo che nella fase di costruzione del porto fu segnalata da privati una cava abusiva di materiale calcareo nei pressi di Fontana Nuova dove fu scoperto un camion che caricava materiale e lo trasportava nel cantiere del porto. La segnalazione fu inoltrata al Comune e alla Soprintendenza. L’architetto Arestia del Comune di Ragusa, un tecnico che si occupava di abusivismo, e il dott. Cassarino della soprintendenza intervennero bloccando il camion che trasportava i blocchi di calcare al porto. Fu fatto un verbale al camionista, ma il mezzo fu però lasciato andare sembra grazie all’intervento di un tecnico superiore. Il responsabile unico del procedimento riguardo i lavori del porto era il dirigente del Comune di Ragusa ingegnere Michele Scarpulla. I resti della cava sono a tutt’oggi visibili, Tele Nova possiede le foto.
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