Il sindacato unitario Cgil,Cisl,Uil unitamente alle forze datoriali deve iniziare a edificare una nuova esperienza per affrontare, attraverso la costruzione di un tavolo permanente e di una giornata di lotta fortemente simbolica, la crisi siciliana e del territorio ibleo. Su questo nuovo fronte Cgil,Cisl e Uil hanno trovato un comune denominatore, condiviso anche dalla rappresentante di Confindustria Ragusa. Questa è la sintesi politico sindacale scaturita dalla manifestazione unitaria promossa dalle confederazioni sindacali siciliane di Cgil,Cisl,Uil ma tenutosi, come nel resto in ogni capoluogo dell’isola, a Ragusa presso la sala Avis. Ad aprire la serie degli interventi il primo dei relatori ufficiali, Giorgio Bandiera, segretario generale aggiunto della UIL di Siracusa – Ragusa – Gela. Bandiera ha posto centrale il ruolo del sindacato “laddove, politica, burocrazia e pezzi della magistratura sono scivolati in vicende dove la corruzione e le tangenti sono argomenti accusatori; il sindacato è rimasto nei fatti senza alcuna interlocuzione, con il premier Renzi che ritiene di poterne farne a meno, con le provincie che sono nei fatti scomparse, con la Camcom unificata e i liberi consorzi che stentano a decollare. In questo territorio presto smobiliterà il cementificio della Colacem, Versalis sarà venduta perché l’Eni non vuole più occuparsi di chimica; la Metra rimane aperta solo perché i lavoratori hanno deciso di decurtarsi il salario. Per il resto il vuoto. Il Cas non ha un euro per pagare gli stati di avanzamento del lotto autostradale Rosolini – Modica che creerà altre tensioni e altri disoccupati tra diretto ed indotto. Senza gli investimenti, sostiene Bandiera, non si va da nessuna parte: fallito il piano giovani senza risorse, per la sanità si curano gli orticelli con i piccoli interessi di paese e non a costruire un comparto efficiente per la salute dei cittadini”. Al di là delle opinioni, Giovanni Avola, segretario generale della Cgil di Ragusa fornisce i numeri della crisi. La Sicilia ha perso negli ultimi anni 200mila posti di lavoro, il 50,2 per cento della popolazione si trova in stato di deprivazione, il 25,5 per cento in regime di povertà relativa, il 10,2 per cento in povertà assoluta. La provincia di Ragusa che sino a poco tempo fa produceva l’80 per cento del Pil siciliano negli ultimi dieci anni ha visto decurtare il tasso di occupazione dal 45,4 al 36 per cento; i disoccupati sono saliti dal 8,1 al 19,1 per cento. Durissimo il giudizio contro il Governo Crocetta che non riesce a spendere le risorse europee, che utilizza per spese correnti le somme per investimenti, mentre ritarda a chiudere la vicenda dei liberi consorzi, del sistema idrico e degli appalti, tutte norme bocciate dal governo centrale. Giorgio Tessitore, segretario regionale della Cisl, ha rilevato che la Sicilia non può più sopportare questo stato di crisi con gruppi di potere che invece di interessarsi dei problemi della gente si scontra per i posti di potere. “Si deve dunque, secondo Tessitore, prevedere una grande manifestazione regionale in cui il sindacato unitario possa fare sentite forte la sua voce, così come le rappresentanze provinciali devono continuare a sostenere con forza le vertenze locali dandogli una connotazione rivendicativa quanto più ampia possibile”.
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