I carabinieri di Santa Croce Camerina hanno identificato e denunciato l’autore delle lesioni subite il 29 ottobre scorso dal pizzaiolo di via Caucana presso l’azienda agricola di proprietà del fratello. Un tunisino ubriaco aveva scagliato il cartone della pizza (con dentro ancora la pizza appena sfornata) addosso al pizzaiolo che, per risposta, gli aveva mollato un paio di sberle. Alcuni giorni dopo, il pizzaiolo era ritornato al centro dell’attenzione dei media poiché era stato colpito al volto con un pugno e con un fendente di taglierino da uno sconosciuto tunisino. I carabinieri hanno indagato tra i tunisini che lavorano alle dipendenze dell’azienda agricola di proprietà del fratello del pizzaiolo, ed è stato identificato il presunto aggressore e denunciato, un cinquantatreenne incensurato bracciante agricolo residente a Santa Croce da decenni. Lo stesso, saputo che i carabinieri lo cercavano s’è spontaneamente presentato in caserma per deporre sulla vicenda e far sentire anche la propria voce. Pare che il pizzaiolo sfregiato al volto e suo fratello non si siano proprio comportati in maniera cristallina e in particolare il pizzaiolo non avrebbe raccontato le cose per filo e per segno ai carabinieri. Pare infatti che il tunisino lavorasse regolarmente come bracciante agricolo presso le serre in contrada Menta della Marina vicino a Randello. Quella mattina però, dopo alcuni giorni di lavoro, il tunisino s’era avvicinato all’imprenditore agricolo rappresentando che il proprio coltello (usato nelle serre per tagliare gli ortaggi e/o le fascette) era poco affilato e chiedendone un altro. Per tutta risposta, l’agricoltore lo avrebbe appellato malamente. Ne è nato un diverbio, poiché il tunisino non accettava di farsi maltrattare in quanto, a suo dire, da tre decenni lavora con serietà nelle serre camarinensi. A questo punto il pizzaiolo è intervenuto e i due italiani avrebbero iniziato a picchiare lo straniero che, per difendersi e divincolarsi, avrebbe colpito il pizzaiolo al volto. Atri braccianti sono quindi intervenuti e la situazione s’è calmata. A questo punto il tunisino se ne sarebbe andato. Quindi il pizzaiolo già conosceva il tunisino, mentre coi carabinieri ha negato di averlo mai visto prima. Il tunisino ha inoltre detto ai carabinieri di non conoscere assolutamente il ragazzo della pizza e che la lite coi due catanesi nulla ha a che vedere con la questione della pizza lanciata. I carabinieri ora stanno cercando di capire che motivi o che interessi avesse il pizzaiolo per non dire la verità. La questione e le singole posizioni, del tunisino ma anche dei due fratelli catanesi, è ora al vaglio della Procura della Repubblica di Ragusa.