“Piccitto e la sua giunta cercano di assestare il colpo di grazia alle famiglie ragusane in materia di tasse, inviando la bollettazione del canone idrico in netto anticipo, addirittura prima del 31 dicembre, chiedendo di pagare in ragione del consumo storico dell’anno precedente”. E’ quanto dichiara il portavoce dei circoli “Pippo Tumino” e “Rinascita Democratica”, Peppe Calabrese. “Tutto questo – continuano gli esponenti democratici – serve a fare cassa per una amministrazione che sperpera soldi ovunque senza rendicontare a nessuno, tralasciando il drammatico periodo economico che le nostre famiglie attraversano, arrivando addirittura a chiedere il pagamento anticipato dell’acqua ancora da consumare. Noi del Partito Democratico non ci stiamo, la misura è colma”. L’assessore al Bilancio Stefano Martorana, anziché cercare di difendere in maniera inutile sulla stampa le sue azioni in materia di tasse e tributi, cercando di attribuire responsabilità a Roma o a Palermo, spieghi ai suoi concittadini come ha sperperato i 30 milioni di introiti provenienti dalle royalties e tutti gli introiti provenienti dalla tassazione locale.Si dimetta, visto che, tra l’altro, è ben poco digerito anche dai suoi colleghi della maggioranza”. L’assessore Martorana replica: “La rendicontazione del canone idrico risponde a un obbligo di legge e non è una decisione che compete all’amministrazione comunale. Poiché il Pd governa sia a Roma che a Palermo, gli esponenti democratici possono tranquillamente avviare strategie e proposte verso i governi nazionali e regionali per modifiche all’impianto di legge. Capisco i fastidi del Pd di Ragusa per i nostri continui riferimenti a Roma e Palermo, dove governano proprio i democratici, con risultati non certo eccezionali; meglio attaccare un’amministrazione comunale costretta ad agire nel quadro di una normativa nazionale o regionale. Che la gestione del canone idrico nel passato sia avvenuta con eccessiva disinvoltura lo dimostrano i numeri: oltre 8 milioni di euro di somme non riscosse. Le somme venivano nel passato inserite nelle entrate comunali per chiudere i bilanci. Rimangono poi oltre 10 milioni (veri) da riscuotere dal passato, forse perché è mancata l’attenzione nel contrastare fenomeni di evasione. E’ necessario mettere ordine dopo anni di disinteresse e leggerezza. Questa è la ragione per cui è stato bollettato il consumo 2015 già nell’anno 2015, sulla base di stime elaborate dagli uffici, come impone la legge”.