«Saranno in Cassa Integrazione Ordinaria, per 13 settimane, tutti i lavoratori dello stabilimento Versalis di Ragusa. L’avvio della procedura si è reso necessario per impossibilità materiale di procedere alle manutenzioni e al riavvio impianti dopo l’incidente del 6 Gennaio. Un accadimento che, per ciò che ne è derivato, sta mettendo a serio rischio e pericolo il mantenimento dei livelli occupazionali e la continuità produttiva del sito». È l’incipit della lettera che i tre segretari di CGIL, Cisl, Uil, hanno inviato stamane al Prefetto e al Sindaco di Ragusa per metterli al corrente della rovinosa situazione occupazionale ma anche industriale in cui è precipitato lo stabilimento Eni Versalis di contrada Tabuna, dopo l’incendio alle cabine elettriche avvenuto la sera del 6 gennaio scorso. «L’incendio del 6 gennaio – scrivono i segretari- è stato di confinata e provata entità, domato grazie all’intervento della squadra dei vigili del fuoco aziendali, supportati dal corpo nazionale vigilfuoco, ha cagionato solo guasti alle cabine elettriche e all’annesso trasformatore, determinando, però, un black out nel sito con conseguente fermata degli impianti produttivi, che sono stati arrestati attraverso il regolare intervento dei sistemi di blocco e messa in sicurezza logica delle macchine. Per fortuna non si sono registrati danni a persone e, non meno importante, l’evento, circoscritto in un’area d’impianto ben protetta, non ha avuto alcun impatto di carattere ambientale se non quello intrinseco alla combustione stessa. Sono andati a fuoco dei cavi all’interno delle cabine che contenevano i quadri elettrici, tanto per far capire cosa è realmente accaduto. Ma quel che accade dal giorno dopo l’incidente rasenta l’inverosimile. L’azienda ha messo da subito in campo tutti gli strumenti tecnici e finanziari destinati al ripristino delle parti d’impianto coinvolte nell’incidente e alla manutenzione conservativa del resto dello stabilimento fino al riavvio delle produzioni. I vigili del fuoco, però, ritirano il certificato di prevenzione incendi (senza il quale non si può esercitare attività industriale) e avviano una procedura giudiziaria sull’accaduto. Tant’è che da due mesi lo stabilimento è fermo e senza un solo chilowatt di energia elettrica. L’illuminazione e lo stato in marcia di alcune macchine utili alla sicurezza degli impianti viene quindi garantito da diversi gruppi elettrogeni, poiché è stato anche negato all’azienda un semplice collegamento a una cabina elettrica predisposta ad hoc da Enel per favorire le azioni di manutenzione e conservazione. Una successione di provvedimenti, anche in contrasto tra di loro, che il sindacato e i lavoratori ritengono oltremodo severi ed eccessivi per un contesto industriale che, nel nostro territorio, ha da sempre registrato una innegabile, continua e assoluta affidabilità degli impianti e concretizzato traguardi di ripetuta eccellenza in campo della Sicurezza sui luoghi di lavoro, a superiore tutela della Salute e dell’Ambiente circostante. Non ultimo, il raggiungimento dell’obiettivo infortuni zero, concretizzato non solo dal personale del diretto ma anche dai lavoratori impiegati nelle imprese terze che popolano l’indotto, per 8 anni consecutivi, dal 2007 al 2015, che ha fatto del sito Versalis di Ragusa un esempio di indiscussa eccellenza non solo in ambito Eni, ma un modello da imitare per l’industria italiana tutta. Un paradosso, dunque, quello che deriva dal procedimento in atto, che impedisce all’azienda di allacciarsi a una cabina di Enel, un’operazione che nulla ha a che vedere coi luoghi e le pendenze dell’incidente del 6 gennaio. Tutto ciò consegna ai 127 lavoratori dello stabilimento l’angoscia di poter perdere il proprio posto di lavoro. Ecco la necessità di intervenire, a salvaguardia dell’occupazione, con l’apertura della procedura di Cassa Integrazione, che nulla ha a che vedere con ipotesi di ridimensionamento, vendite di assets societari e ristrutturazioni industriali in corso. Versalis a Ragusa subisce un incendio alle cabine elettriche per un banale corto circuito ma trova la strada sbarrata per le azioni di ripristino e riavvio impianti”. Un vero e proprio dramma il blocco delle autorizzazioni che, assieme all’impossibilità di poter ripristinare nel più breve tempo possibile il ciclo produttivo del polietilene, sta creando non poca apprensione tra i lavoratori dello stabilimento, alzando l’asticella di guardia oltre il limite della normale tensione sociale. I sindacati hanno chiesto un incontro urgente in Prefettura, anche alla presenza del Sindaco della città di Ragusa, per individuare dei percorsi utili alla risoluzione del problema.