“Tra due giorni i ragusani e gli italiani saranno chiamati ad esprimersi su un tema di fondamentale importanza: la durata delle concessioni delle piattaforme petrolifere entro le 12 miglia nautiche. Nello specifico se queste devono essere valide fino a scadenza, così come è stato sinora, o fino all’esaurimento dei giacimenti così come vuole il Governo. Furbescamente questo referendum, voluto da tante regioni ma non da Crocetta, è stato presentato come un voto sul petrolio. Ma ciò non è esatto”, così Davide Brugaletta ingegnere Energetico e consigliere comunale del Movimento 5 Stelle. “Il referendum – continua Brugaletta – riguarda le estrazioni di petrolio e gas, entrambe estrazioni altamente inquinanti. Qualora vincesse il Sì, ovvero qualora vincesse la validità delle concessioni fino a scadenza, non ci sarà una crisi energetica perché il fabbisogno italiano di petrolio e gas è coperto per il 90% da importazioni dall’estero e solo lo 0,8% per il petrolio e il 2,1% per il gas è coperto dalle perforazioni a mare. Non ci sarà nemmeno una crisi occupazionale perché le attuali concessioni saranno valide appunto fino alla loro scadenza e non fino all’indomani del referendum. Qualora vincesse il No o l’astensionismo, l’Italia, e cioé l’attuale Governo con la sua Legge di Stabilità 2016, metterebbe una seria ipoteca sul futuro delle nostre coste e regalerebbe di fatto il nostro petrolio alle compagnie estrattive. Un piacere che Renzi vuole fare alle lobbies dei petrolieri, che si traduce in un grandissimo furto agli italiani, che in tal modo non potrebbero più negoziare queste concessioni, che ad oggi, va ricordato, già fruttano pochissimo in termini di royalties allo Stato italiano. Senza contare le attuali regalie, ovvero le esenzioni sulle estrazioni, di cui i concessionari già usufruiscono per le prime 50 mila tonnellate annuali di petrolio e per i primi 80 milioni di metri cubi annuali di gas estratti dai fondali marini, per le quali non viene versato allo Stato nemmeno un euro”. “Sono tante le ragioni per andare domenica a votare Sì. Se vincesse il Sì significherebbe l’inizio di una nuova era di sviluppo basata non più sul petrolio e sul gas, ma sulle energie rinnovabili. Sarebbe un cambiamento tanto epocale quanto necessario, perché, voglio ricordare che, l’era della pietra non finì di certo per mancanza di pietre, ma perché subentrò una tecnologia migliore. E così deve essere anche con le energie rinnovabili. Queste dovranno rimpiazzare le fonti energetiche fossili, inquinanti e superate, nonostante la loro attuale disponibilità. Ne va del nostro futuro, ne va della nostra dignità di cittadini, di italiani”.