Riceviamo dall’Anffas di Ragusa: “A sedici anni Paolo ha già subito nove interventi chirurgici, di cui l’ultimo il 26 aprile 2016, dopo un lungo ricovero presso il Rizzoli di Bologna, sette giorni prima del nuovo giudizio di merito, intrapreso dalla famiglia di Paolo con lo Studio Legale Santagati, fissato dal Giudice del lavoro dott.ssa Catalano per l’udienza del tre maggio 2016. Paolo, costretto sulla sedia a rotelle a causa della sua patologia (spina bifida), frequenta la terza classe dell’istituto professionale Galileo Ferraris di Ragusa e durante la ricreazione necessita che un infermiere dell’Asp di Ragusa effettui il cateterismo vescicale intermittente, così come ha accertato il C.T.U. nominato dal Tribunale di Ragusa. Tuttavia il Giudice, a cui la famiglia ha fatto ricorso, gli ha negato il diritto tutelato dalle leggi nazionali, costituzionali ed internazionali, decidendo invece che Paolo debba utilizzare il cateterismo vescicale a sacca che però ha effetti collaterali nocivi devastanti, come rileva il cav. Francesco Diomede, presidente della Fincopp (Federazioni Italiana Incontinenti) che si è costituito nel nuovo giudizio che sarà trattato il 3 maggio 2016. Anche l’Anffas di Ragusa sarà presente in Tribunale all’udienza del 3 maggio, dinanzi la dott.ssa Catalano, per rafforzare il diritto del giovane studente con disabilità, tutelato oltre che da tutta la normativa nazionale, costituzionale ed internazionale anche dalle varie Associazioni e Fondazioni che quotidianamente lottano per il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’Azienda Sanitaria di Ragusa si è costituita in giudizio, sperperando soldi dei cittadini e proponendo, ancora una volta, il cateterismo vescicale a sacca che, si ribadisce, ha effetti nocivi devastanti. L’Avv. Santagati confida che il nuovo magistrato saprà correttamente e coerentemente applicare la normativa in esame per concedere al giovane studente quel sacrosanto diritto allo studio ed alla salute che la Legge 104/92 e la Costituzione gli assegna, così ponendo fine ad eventuali successivi strascichi giudiziari”. Lettera firmata.
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