Se c’è un reparto che tocca con mano il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione ragusana, quello è senz’altro il dipartimento di Ortopedia dell’ospedale Civile di Ragusa. Nella sala operatoria i centenari che devono subire l’intervento al femore, non sono più una rarità, ma stanno diventando una consuetudine. Il paziente “grande anziano”, come viene chiamato in gergo medico chi ha superato i 65 anni, in questo reparto è sempre più spesso ultranovantenne. Lunedì mattina il primario Giorgio Sallemi, che ha iniziato all’età di 46 anni a dirigere l’unità del Civile, aveva programmato tre interventi a pazienti di 95 anni, 97 anni e a un signore di 101 anni. In realtà l’ultracentenario sarà operato nelle prossime ore, dato che è sopravvenuto uno stato febbrile. Gli infermieri che lavorano nel reparto da decenni non ricordavano un primato simile, cioè la coincidenza di pazienti quasi tutti vicini ai cento anni. “In realtà questa è ormai una cosa ordinaria – spiega il professore Sallemi – e ho una statistica ben precisa che posso citare, quella dell’anno 2011, che dà l’idea di come sia invecchiata la popolazione locale, come del resto quella nazionale. Nel corso dell’anno passato ho operato al femore 136 pazienti: un buon 20 per cento erano grandi anziani”. Cinque giorni fa, un signore di 98 anni, ha lasciato il reparto in buona salute, dopo aver subìto l’intervento per la frattura al femore, già iniziando a camminare, pronto quindi per il percorso di riabilitazione clinica. “Ho lavorato in Francia e poi 20 anni a Firenze; 6 anni fa sono venuto a Ragusa, e ho iniziato questa avventura – dice il dottor Sallemi – e voglio dire che l’ospedale Civile è un ottimo nosocomio. Per quello che riguarda la mia Unità, noi abbiamo rispettato la priorità che ci era stata dettata dall’assessore regionale alla Salute, che è quella di intervenire entro le 48 ore dal trauma: in questo senso abbiamo garantito l’organizzazione della gestione e rispettato questo timing ottimale”. Ciò significa che il paziente grande anziano, che è un soggetto fragile, solitamente affetto da più patologie, ha maggiori possibilità di ottenere una precoce deambulazione.
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