Una nave della Capitaneria ha condotto al porto di Pozzallo 223 migranti salvati alcune ore prima. Individuati 5 scafisti egiziani. I migranti provenienti dalla Siria, Egitto, Somalia e Sudan sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri. Giorno 7 un pattugliatore della Guardia Costiera ha intercettato in acque internazionali il motopeschereccio con a bordo numerosi migranti. Il peschereccio (uno scafo in ferro della lunghezza di circa 15 metri), era in precarie condizioni di galleggiabilità. Particolarmente complessa la gestione di questo sbarco poichè c’erano numerosissimi minori non accompagnati, molti dei quali non ancora quattordicenni. Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni. Le indagini della Polizia inizialmente sembravano molto complesse, tutti i migranti raccontavano che gli scafisti fossero tornati indietro a bordo di una piccola lancia, non prima di aver legato con una cima il timone impostando la rotta verso l’Italia. Gli investigatori con centinaia di arresti alle spalle, conoscono le storie raccontate dai migranti ma questa non era mai stata proposta. Purtroppo, sotto la minaccia degli scafisti, i migranti vengono costretti a raccontare le storie più assurde. Ci sono volute ore ma i poliziotti sono riusciti a trovare qualcuno che ha raccontato la verità, individuando tra i 223 migranti i 5 membri dell’equipaggio. I migranti hanno raccontato che il capitano dopo aver chiamato i soccorsi, ha legato il timone e spento i motori, poi si è messo insieme agli altri passeggeri fingendosi uno di loro e lo stesso ha ordinato agli altri membri dell’equipaggio. Dopo ore ed ore di lavoro i migranti hanno indicato l’intero equipaggio raccontando di aver pagato 2500 dollari per il viaggio, quindi agli organizzatori sono andati oltre mezzo milione di dollari.
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