Non ha fatto istanza di accesso ai riti alternativi ritendosi innocente l’imprenditrice ragusana, C.C., finita davanti al giudice delle udienze preliminari del Tribunale per il reato ipotizzato di omicidio colposo a seguito di un incidente sul lavoro. Per questa ragione il giudice delle indagini preliminari, Giovanni Giampiccolo, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Marco Rota, ha disposto il rinvio a giudizio davanti al Tribunale monocratico per il prossimo 28 settembre. A perdere la vita è stato Orazio Linguanti, operaio modicano, 43 anni, deceduto il 27 maggio del 2008 mentre lavorava nel cantiere della società della quale era dipendente, ovvero la “Occhipinti e Corallo”, specializzata nella lavorazione della pietra, ai confini tra i territori di Ragusa e Modica. Il Gup ha ammesso anche le parti civili: la moglie ed i figli dell’operaio sono patrocinati dall’avvocato Alessandro Agnello, la mamma e la sorella di Linguanti, invece, hanno nominato l’avvocato Natale Distefano del Foro di Siracusa (la famiglia è originaria di Rosolini). Fin dall’avvio delle indagini l’unica indagata è stata la titolare dell’azienda, patrocinata dall’avvocato Maria Platania. Secondo il medico legale dell’Asp, a seguito del sopralluogo effettuato il giorno dopo dagli ispettori del Lavoro, Linguanti sarebbe salito su una scala per smontare un motore e poi sarebbe inciampato con un piede, precipitando da un’altezza di circa tre metri e trovando la morte. Dopo la prima fase delle indagini la difesa dell’imprenditrice ha fatto richiesta per il nulla osta al riutilizzo della macchina dove si verificò l’infortunio sul lavoro mortale. Richiesta che è stata accolta dal sostituto procuratore Mardo Rota. I primi accertamenti dopo l’incidente furono eseguiti dai Carabinieri diretti dal capitano Alessio Artioli in sinergia con i medici dei servizio di medicina del Lavoro dell’Asl 7. l’uomo si trovava su una scala a pioli per oleare una macchina: un lavoro di routine che, però, per una tragica fatalità, gli è costato la vita. Linguanti cadde da circa tre metri, sbattendo la testa contro una lastra di pietra. I Carabinieri nel corso delle indagini hanno sentito i colleghi di lavoro della vittima. Furono i datori di lavoro ad allertare il 118 ed i militari dell’Arma dopo l’incidente. Il medico dell’ambulanza non potè fare altro che constatare la morte dell’uomo. L’autolettiga giunse dopo appena sette minuti sul posto ed i sanitari tentarono invano di rianimare l’operaio.
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