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13/06/2016 -

Cronaca/

TRATTA DI DONNE, LA PROCURA ANTIMAFIA DI CATANIA SGOMINA UNA BANDA

Cartellone Ju-JuScoperta un’associazione a delinquere transnazionale dedita alla tratta di esseri umani. Si tratta della seconda operazione di questa portata, a distanza di pochi mesi dalla conclusione delle indagine “BABA – LOA”.La Procura Distrettuale Antimafia di Catania ha emesso 5 fermi per evitare la fuga degli sfruttatori. Le vittime sono tutte donne nigeriane sottoposte a rito voodoo e costrette a prostituirsi per pagare un finto debito di 25.000 euro, alcune sono minori. Una ragazza è stata liberata dalla Squadra Mobile di Ragusa a Torino; doveva pagare 25.000 euro per essere libera dalla schiavitù psicologica della magia nera. La rete criminale aveva dei punti di riferimento in Libia, Nigeria e in diverse regioni del nord Italia. Tutto iniziava in Africa, poi la schiavitù scattava appena le donne approdavano in Italia nei centri di accoglienza. Così una giovanissima vittima: “appena arrivata al centro di accoglienza di Pozzallo mi hanno detto che dovevo chiamare per farmi venire a prendere e che avrei avuto un futuro, invece ho scoperto che avrei dovuto fare la prostituta per pagare 25.000 euro altrimenti avrebbero usato la magia nera sulla mia famiglia”. L’indagine ha avuto inizio quando la Polizia di Ragusa, durante uno dei tanti sbarchi di migranti presso il porto di Pozzallo, notava un folto gruppo di ragazze nigeriane molte delle quali minori. Una giovane interprete nigeriana, anch’essa sbarcata a Pozzallo qualche anno fa, ora inserita in modo stabile nei team investigativi, è stata fondamentale per capire la situazione. Una migrante ha raccontato di essere stata contattata in Nigeria da alcuni connazionali che le offrivano un futuro migliore, fatto di studi e lavori come baby sitter o badante. Al fine di “proteggerla” dagli spiriti del male (questa l’iniziale motivazione), gli organizzatori la sottoponevano al rito voodoo, tagliandole una ciocca di capelli, i peli del pube e le unghie, scattandole anche una foto, imponendole un giuramento magico. Poi un numero di telefono da imparare a memoria da comporre appena giunte in Italia. Le indagini sono durate pochi mesi ed hanno permesso di individuare un network criminale operante in Italia nelle città di Torino e Brescia ove si è proceduto alle catture. Chi “vende” le ragazze opera in Nigeria e Libia; in posizione diversa chi ha base in Italia o in nord Europa che prima “ordina” le vittime, spesso minori, per poi obbligarle alla prostituzione, pena disavventure prodotte dai riti voodoo. Fortemente toccanti le violenze verbali usate dagli indagati, in un crescendo di responsabilità caratterizzato tra l’altro dalla totale assenza di rispetto della vita umana. Le persone indagate sono risultate in possesso di regolare permesso di soggiorno italiano, potendo così liberamente ritornare in patria o spostarsi verso altri paesi, facendo poi perdere le loro tracce.

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