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09/08/2016 -

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Tartaruga gigante recuperata a largo di Lampedusa

image (11)Era femmina, giovane e veniva da lontano. Pesava circa 250 chili e misurava un metro e mezzo. Se avesse continuato a vivere, Carlotta avrebbe “partorito” tanti altri giganti del mare. La tartaruga Liuto – della specie Dermochelys coriacea, la più grande tra le marine – arrivata in fin di vita a Lampedusa cinque giorni fa, non ce l’ha fatta. Dall’autopsia effettuata al “Centro di referenza nazionale sul benessere, monitoraggio e diagnostica delle malattie delle tartarughe marine”, dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia, è emerso che la Liuto, di oltre vent’anni, era finita in una rete a strascico. Parente stretta dei dinosauri (era contemporanea ai grandi rettili), è raro vedere la Dermochelys coriacea nel Mediterraneo. Vive normalmente nelle acque oceaniche, arriva dallo stretto di Gibilterra e, dopo aver raggiunto la maturità, torna nell’Atlantico. Dall’autopsia, gli esperti cercheranno di raccogliere tutti i dati necessari per conoscere quanto più possibile su quest’esemplare, che può arrivare a pesare da adulto anche 600 chili e vivere fino a 250 anni.  Un ritrovamento eccezionale, molto verosimilmente dovuto alle mutate condizioni climatico-ambientali. Dall’esame anatomo-patologico, è stato riscontrato che Carlotta nell’ovaio aveva piccole uova e che aveva ingerito molta plastica e pezzi di rete. Circostanza che conferma come tutti i rifiuti che finiscono in mare per le tartarughe sono pericolosissimi. Carlotta verrà imbalsamata e trasferita al Centro di recupero di Lampedusa. Qualche cenno storico. La prima Liuto venne catturata nei dintorni di Ostia e donata all’Università di Padova da Papa Clemente XIII. La catalogazione e la sua raffigurazione fu opera di Domenico Agostino Vandelli, che nel 1761 gli diede la denominazione Dermochelys Coriacea Testudo. L’esemplare viene ancora oggi conservato al Museo di Zoologia dell’Università di Padova.

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