Alle ore 18 di sabato 22 ottobre apre i battenti la mostra di Giampiero Carta presso il Foyer del Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla. Grazie all’ospitalità delle sorelle Vicky e Costanza Di Quattro che hanno messo a disposizione il teatro in occasione degli eventi programmati presso la struttura di Ragusa Ibla, sarà possibile visitare, fino al 2 dicembre, le opere uniche dell’artista, alcune su pannelli di legno a tecnica mista e altre in tecnica digitale stampate su forex incollata su legno. La mostra, organizzata dalla Cooperativa RelAzioni, realizzata anche grazie alla generosità degli sponsor – Banca Agricola Popolare di Ragusa e ArredoQuadro -, sarà arricchita da una video proiezione sulla volta a botte di una delle stanze del Foyer di quasi 8 minuti che prevede una rielaborazione animata di opere in miscellanea con fotografie che ritraggono volti. La presentazione della mostra è stata affidata alla competenza della dottoressa Anna Terranova. Il cagliaritano Giampiero Carta, che vive e lavora da due anni a Ragusa, laureato in Architettura, si è dedicato dagli anni duemila alla produzione di installazioni video, scenografie teatrali, video mapping e alla pittura. Giampiero Carta è un pittore moderno che non disdegna gli strumenti tradizionali, ossia la matita e il pennello, ma preferisce fare ricorso a tecniche innovative. Carta non è un pittore di paesaggi o di nature morte, non è un naturalista e meno che mai un realista. La sua arte percorre altri sentieri, indaga l’animo umano, apre il vaso di Pandora della sua e dunque della nostra interiorità, liberandone i demoni che a volte vi trovano rifugio. Non c’è edonismo né compiacimento nella pittura di questo artista sardo, che ha scelto la Sicilia come terra di elezione, amandola da sempre di un amore viscerale: c’è dolore, a volte sordo, a volte acuto, sempre e comunque disturbante. Un dolore che non consente di dormire nel sonno dei giusti, che non consente autoassoluzioni. In tal senso, possiamo dire con chiarezza che la pittura di Carta non è ruffiana, non blandisce, non corteggia, non rassicura. È una pittura che taglia le palpebre di chi non vuole vedere. Un grido solitario e onesto. Un grido di artista. La mostra si potrà visitare anche domenica 23 ottobre in occasione della serata del cartellone Ibla Classica International. Potrà visitare la mostra anche chi non assisterà allo spettacolo musicale.