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17/01/2017 -

Ambiente/

IL POLLO SULTANO PRENDE CASA AI PANTANI DI MARINA DI MODICA

PolloSridHa fatto recentemente la sua comparsa al Pantano del Maganuco, ma ha poi scelto come sito di riproduzione il vicino Pantano di Marina di Modica. Stiamo parlando del Pollo sultano, una specie estintasi in Sicilia negli anni ’60 e riapparsa dopo lungo tempo in varie località dell’isola a seguito di un programma di reintroduzione. Lo annuncia Legambiente che spiega: “Adesso quindi la popolazione siciliana si arricchisce di nuovi individui in un nuovo sito. Infatti una coppia di adulti con due individui giovani è stata osservata e monitorata da nostri biologi e volontari. La segnalazione è stata di recente pubblicata sulla rivista Il Naturalista Siciliano della Società Siciliana di Scienze Naturali. “Ritenevamo che quella che, evidentemente, era una coppia si potesse insediare al Maganuco” afferma il Biologo Antonino Duchi, autore della segnalazione “ma non avendo più osservato gli individui abbiamo spostato la nostra attenzione nella vicina zona umida di Marina di Modica, ed è stata una scelta vincente. Verosimilmente la siccità dell’anno scorso ha spinto gli individui a cercare un sito più adatto per la riproduzione, che è stato trovato in un ambiente dove la presenza idrica era più adeguata. Che ci fosse qualcosa di particolarmente interessante è stato dapprima suggerito dall’osservazione di individui adulti che prelevavano foglie di canna e si addentravano nel canneto. Poi si è avuta la conferma: successivamente infatti sono stati osservati due individui nati di recente, insieme ai genitori. Con binocoli e potenti cannocchiali è stato quindi possibile seguire le fasi dello sviluppo, dai primi incerti passi all’alimentazione insieme agli adulti, all’accrescimento ed all’acquisizione mano a mano di un piumaggio simile a quello degli adulti”. L’insediamento di questa specie rappresenta un ulteriore valore aggiunto ad un ambiente di grande interesse naturalistico, tale da essere incluso come Sito di Importanza Comunitaria nella rete di aree naturalistiche della Comunità Europea, che andrebbe intelligentemente riqualificato e valorizzato. “Peccato invece – sottolinea Legambiente – che l’area sia deturpata da una cementificazione selvaggia, che purtroppo scandalosamente continua ancora oggi, con la costruzione di una struttura turistica proprio in cima alla più importante duna: uno sfregio naturalistico e paesaggistico indegno di un paese civile”.

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