A che serve questo manto di rigore e serietà se poi si sa che quelli della politica se la spassano e l’unico sforzo a cui sono obbligati è quello di mascherare l’enorme felicità delle loro vite? La necessità della finzione aveva un senso fino a quando vigeva la regola che il loro ruolo portasse una minima ricaduta benefica sul territorio, ma ora che si è spezzato quel tenero filo di rispetto reciproco perché continuare in questa farsa? Già qualche anno fa Grillo aveva intuito che il linguaggio doveva essere semplificato ed infatti a botte di vaffanculo è penetrato nelle masse. Tuttavia qui a Ragusa dove i cinquestelle dominano e non vogliono – oppure non riescono- a scalfire il sistema che continua ad abbuffarsi, stiamo sperimentando il limite di quel giudizio liquidatorio che non cambia né il cuore né le abitudini delle classi dirigenti. Basta il disprezzo quando sentiamo che el cognatissimo Saro Dibennardo è passato dall’aeroporto di Comiso a quello di Catania, e le istituzioni e le categorie plaudono come se quest’uomo fosse stato plasmato da Dio per occuparsi di aeroplani quando è palese che tale fortuna è il brillante risultato del fratello di sua moglie – nostro ex sindaco Nello Dipasquale in arte deputato? Si è fatto in quattro per il cognato di Comiso e gli va riconosciuto questa ostinazione a tutelare il benessere della famiglia. Prima era presidente ed ora è solo consigliere di amministrazione e comunque l’ha piazzato in un posto che senza colpo ferire assicura 35 mila euro l’anno che al netto sono 2000 euro mese; non proprio male male, soprattutto per chi è in difficoltà. E allora poniamoci una domanda ossia quanto la verità possa incidere nella crescita democratica. Immaginiamo un’altra comunicazione senza ipocrisie, senza fronzoli, per annunciare la spartizione. “Noi associazioni di categoria in crisi per mancanza di riferimenti politici e disperate per non avere più la capacità e la forza di incidere sul territorio di Ragusa, essendo miseramente crollato il sogno dell’imprenditoria effervescente e rivelatosi illusorio il mantra dell’isola nell’isola, abbiamo pensato in occasione del rinnovo dei vertici Soaco di resistere ad oltranza e conservare una presenza nei posti di comando in attesa di cambiamenti sostanziali. La legge lo consente, nessuno si oppone e noi quindi rimaniamo con il sostegno dei signori deputati e di tutta la politica allo sbando che non sa che pesci pigliare. Un posto a Sandro Gambuzza consapevoli che la sua agricoltura è andata per aria; un altro a Dibennardo che lo spostiamo a Catania e lì manco si accorgono che esiste, e l’onorevole suo parente si rilassa e può godersi il suo stipendio da deputato senza l’incubo di aiutare la famiglia; il presidente della Camera di Commercio Peppino Giannone vecchio comunista e furbone di tre cotte lo sistemiamo a Intersac che forse un domani ci serve vedi caso si profilasse una svolta socialdemocratica, infine consegniamo il giochetto dell’aeroporto a Giorgio Cappello e chi se ne frega dei requisiti tanto fa la sua porca figura contemporanea con la sua avventura in Africa dove ha portato il culo e l’azienda sbolognando ai neri i pannelli fotovoltaici. Dunque tutti sistemati. Grazie per la clemenza, disturberemo il meno possibile”. Quale sarebbe la reazione dei ragusani di fronte a tanta crudezza? Nell’immediato non cambierebbe nulla, ma a lungo andare no. Sarebbe naturale dopo un’ammissione del genere considerare finita l’esperienza e le pretese delle associazioni di categoria che nulla hanno ormai da offrire nella scena amministrativa e politica e a cui rimane solo il ricordo dei loro anni ruggenti. La verità in politica è importante ed è impossibile da adottare quando però è così brutale e priva di respiro. La comunicazione solida, sana, sincera è frutto di azioni comprensibili, condivisibili, chiare. E gli altri, i giovani della politica, come ci parlano, cosa ci raccontano? E qui sta la cocente delusione per l’amministrazione grillina di Ragusa che opera come scrive e scrive forse come pensa usando metodi e linguaggi istituzionali stanchi e monotoni che addormentano le menti. Non si salvano nemmeno attraverso facebook dove il guizzo di spontaneità e di passione si ammoscia per le ondate di banalità che impediscono riflessioni di lunga tenuta. Lavoriamo di immaginazione, cambiamo le parole e, senza rancore, senza rabbia, ridiamo dei loro stratagemmi. Queste ad esempio le ultime notizie da Nello Dipasquale l’uomo che sempre trionfa: “Carissimi ragusani che vi sorbite quella noia dei griillini onesti ma gran rottura di palle quanto e più del mio cognato che ho rifilato a Catania – e se lo cachino loro- io me ne vado a Cuba a pescare. C’è la barca, gli amici, il caldo e me ne sbatto di voi”. E’ a Cuba. A giorni lo raggiungeranno persino il sovrintendente Rizzuto e l’ingegnere Scarpulla. Sa vivere, l’ex sindaco. Sapete chi si è portato mesi fa a Cuba? Niente poco di meno che Davide Faraone, il sottosegretario! Benedetti i danari che si piglia alla Regione, e benedetto il Pd che lo fece cristiano! Come risolleverebbe il morale un annuncio chiaro e ricco di quell’autentico Io immenso che lo pervade! “Sapete grandissimi scemi chi mi porto in vacanza? L’unico che in questo schifo di partito conta qualcosa, Faraone, e me lo giro come voglio. Vedrete se poi non ce la faccio ad infilarmi in qualche lista! Cari saluti. Continuate a soffrire, mentre io mi godo il socialismo estremo”. Ci vogliono vagonate di cruda realtà per farci prendere coscienza di tanta sudditanza. E concludiamo allora con un’altra rappresentazione per confermare l’idea del ventaglio di variabili che intercorrono tra verità e finzione. Stavolta l’immagine è très jolie. Le baronesse principesse Di Quattro Vicky e Costanza stanno preparando uno spot che ci lascerà senza fiato. Eccitatissime sono a caccia di vestitini per abbigliare dei piccini a piccoli muratori! Che idea originale e graziosa! Però, pensandoci, senza offesa, non serve – carissime ragazze – scervellarsi nè abbassarsi a chiedere agli straccivendoli ragusani materiale per impupiare questa simpatica scenetta: i bimbi con gli abitucci sdruciti e lerci costretti a lavorare ci sono eccome in questo triste mondo!
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