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10/02/2017 -

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FEDERICO PICCITTO, NELLO DIPASQUALE, E IL GRANDE EXODUS

nello e federicoChe si è perso Nello Dipasquale co ‘sta fissa della pesca  in alto mare! Lui a Cuba mentre qui si balla e tutti i partiti e movimenti si attorcigliano, si mordono, si strappano le membra… e lui sempre lì a ricevere a bordo scafo la Ragusa che vuol dimenticar gli affanni e gira per le Antille. Tornerà tra il 15 e il 20 febbraio e se la ruota gira come si deve, forse, dopo un mese e mezzo nelle Americhe, riuscirà a portare a termine la missione “Contatto con Raul”. Ci vuole solo una botta di culo e l’intera comitiva di pescatori crediamo riuscirà tra una promessa di investimento o di una ricerca archeologica o di un villaggetto con  villette in stile Havana spa, a trovare l’intermediario giusto per avvicinare il presidente eroe della repubblica. Cosa gli serva al deputato navigatore l’attestato socialista non si sa, ma i beni informati riferiscono che prima di andare a Cuba ha fatto una capatina a New York dai Giuffrè, i benefattori, sfegatati di Trump… quindi doppio accreditamento – a seconda come finisce dentro il Pd, nel Paese intero. Nel frattempo a Ragusa è il caos. Aricò senza il sostegno del deputato si è cacato sotto e non ha saputo gestire un semplicissimo appaltino a simpatia che, se fosse andato in porto, avrebbe aperto il maestoso Corso XXV Aprile, teatro della nobiltà, all’ex sindaco che, appena giunta la notizia della disfatta, se l’è presa con Calogero Rizzuto. Gli ha scaraventato un totano in faccia, manco fosse un subalterno, gridando – “E ora pensaci tu a riparare ‘sto casino. Convegno, antichità, quadri, vestiti d’epoca, muoviti, fai quel che vuoi, ma recupera le sorelline!”-.  Nelle stesse ore a Ragusa si spegneva la voce della rivoluzione. Il brutale assassinio della Marabita – che non per caso vanta somiglianza di nome con il Marat amico del popolo –  vedeva i cinquestelle sporchi del sangue dell’innocente plebea avvolta nella bianca maglietta con le stelline trapassate dalla lama. E la rivoluzione? Nelle mani purissime di Federico Piccitto che ha portato Ragusa nei cieli prestandosi a tenere in piedi la fragile Virginia su cui destini si basa il futuro del movimento. Che belle parole, che bella figura, quanta saggezza, quanta concretezza e quanta verità! L’unica cosa che ci disturba è averlo visto accoppiato con la Raggi che – a parte le offese fasciste e sessiste – non emana grande  limpidezza. Vuoi vedere che la Appendino l’ha azzeccata a tenersi lontano apparendo solo in video conferenza? Non si incazzi il sindaco se ci sorge spontaneo il dubbio – un vecchio retaggio della fu democrazia – ma è sicuro di non aver fatto una figura di merda  messo lì come un cetriolone a  gorgheggiare che a Ragusa un bel dì vedremo…? Comunque i grillini ragusani non capiscono una mazza dell’enorme sacrificio del nostro sindaco a tenerci in consonanza con i vertici del movimento. Mugugni, borbottii, umore sotto i piedi. Lo sparlano e lo rimproverano, canaglie!  Non ci confondiamo, ci vuole precisione nella cronologia dei fatti, ecco le delibere. Il 25 gennaio a Roma si è svolta una riunione nella sede di rete ferroviarie italiane per seguire l’iter della realizzazione della metropolitana di superficie, quella ideata da Giorgio Chessari venti anni fa. Si partunu: Piccitto Federico con l’accompagnatore Martorana Stefano – che a rigor di logica non c’entra proprio niente con un’opera pubblica – e l’ingegnere Michele Scarpulla che prima di volare a Cuba dall’amico Dipasquale doveva pur rendere qualche servigio alla comunità. Ebbene, le delibere sono due, distinte. Una per i ragazzi, e l’altra per Scarpulla: la 69 e la 72, atti ufficiali determine dirigenziali. Piccitto e Martorana misteriosamente allungano la gita di un giorno sino al 26, mentre Scarpulla rientra la sera. E qui inizia l’avventura con Di Maio che poi sfocia nell’intervista disastrosa – per noi che subiamo la realtà – a L’aria che tira. Torniamo al sindaco e al suo amato assessore. I ragazzi vanno in un alberghetto… misero misero, hanno solo 74 euro per il pernottamento. Stessa stanzetta, bagnetto in corridoio, due lettini vicini vicini come in un ostello salesiano. Martorana si fa conoscere subito e la mattina pianta un casino con il proprietario  su conto, ricevuta fiscale, fotocopia per il comune, tassa di soggiorno, consumo idrico.. e per poco non lo menano. Piccitto come sempre approva e annuisce…a un certo punto, però,  soprattutto al giovane sindaco dal fianco tendente al pingue, vien su un certo appetito. Nella delibera il pasto non è incluso, e i due – FURBI – chiamano seguendo la logica antica dello scrocco Luigi Di Maio. E si partunu per gli uffici di Montecitorio. E qui scatta l’inganno sui trasporti migliori del mondo. Davanti a un super vassoio di tramezzini  e bibite assortite Piccitto si scioglie e alla domanda sui motivi della trasferta il nostro primo cittadino si apre come un’onda che si infrange sulla scogliera. “Noi? Metropolitana con mezzo ettometrico!” – e giù quello al prosciutto –  “Noi? Nuovi autobus meravigliosi”  – e calati  quello burro e salmone – “Noi? taxi collettivi” – e vai col sushi – “Noi? Appalto strisce blu con interscambio!”- un sol boccone per uovo sodo, pomodoro, e rucola – .  Martorana asciutto, solo un assaggino. Paghi, escono dal Palazzo e Di Maio soddisfatto dalle confortanti notizie dalla periferia medita il post. La coppia sparagnina torna a Ragusa e non dice nulla ai grillini indigeni della visita a Palazzo. Dopo qualche giorno Di Maio, su facebook, inizia il tormentone sulle meraviglie di Ragusa. E’ a quel punto che ai consiglieri cinquestelle scatta l’angoscia e la stizza e nel gruppo whatsapp (che dovrebbe essere segretissimo) scrivono al sindaco – Federico, dagli una calmata a Di Maio perché sta parlando al presente di una serie di progetti alcuni sperimentali che non hanno avuto conseguenza e su cui non c’è un euro in bilancio..! –  E il sindaco risponde ai suoi secondo il copione Sol dell’avvenire – “No, no. Va bene. E’ perfetto. Tutto vero” – e i cinquestelle, destrutturati alla voce politica, invece di imporgli un intervento per impedire figuraccia colossale, come sempre abbozzano. E si arriva a Di Maio sulla 7 che fa ridere i polli. Non pago, il sindaco, l’altro ieri, sempre senza coinvolgere i suoi riceve la chiamata schieramento sindaci e alla chetichella riparte come un soldatino a Roma. E così gli imbecilli stanno a guardare e aspettano che si faccia chiarezza. Siamo alla terza settimana e al terzo rinvio per l’assemblea vera, corpo a corpo senza telefonino. Insomma si sono scocciati e vogliono sapere che vuol fare da grande il nostro sindaco. Non sono motivati, sentono la città che si allontana, non capiscono cos’ha in testa Piccitto. Si ricandida qui a Ragusa? Non si pronuncia e aspetta il 2018 per vedere se i capoccia lo chiamano? E se questo benedetto figliolo manda tutti a quel paese e finisce a Roma a costruire l’Italia della felicità insieme a Martorana al posto di Padoan? Povero Di Maio! e allora sì che scoppierebbe la rivoluzione, quella dei cittadini italiani ridotti all’osso dal vampiro in giacca blu.

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